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Voci dall'interno | Capitano, mio capitano

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"Capo, guida riconosciuta. Nello sport, l'atleta cui è affidato il comando di una squadra; nel calcio, il responsabile di fronte all'arbitro della disciplina dei compagni di squadra durante la gara". Questa è una delle prime definizioni in cui potreste imbattervi "googlando" la parola 'Capitano'. Facile evincere già da queste poche righe quale e quanta sia la pressione extra che la persona scelta deve sobbarcarsi. 

altIl compito, dunque, non può essere ricoperto da un individuo qualunque, ma richiede precise caratteristiche e valori. I"baskettari", soprattutto quelli oltre oceano, amano parlare di "intangibles" (intangibili), indicando con questo termine quei fattori del gioco che non possono essere conteggiati o misurati, ma che influenzano eccome, spesso in maniera determinante, la prestazione di un atleta, come ad esempio nel nostro caso la personalità, il carisma e l'intelligenza calcistica. 

Come già avrete intuito stiamo parlando di Fabio Gavazzi, leader indiscusso e riconosciuto della compagine bluceleste, che a 28 anni può ormai essere considerato nel pieno della propria maturità professionale. Sarà magari merito dell'aria di casa, lui che è un bergamasco doc, nato a Seriate e cresciuto in quel di Lallio con addosso la casacca dell'AlbinoLeffe. Quasi come fosse una seconda pelle, nascosta momentaneamente sotto altri colori nell'attesa di una chiamata, di un ritorno di fiamma avvenuto quest'estate sotto l'attento patrocinio del direttore sportivo Giacchetta e la ferma volontà del tecnico Massimiliano Alvini. 

Il tassello da cui ripartire per costruire la rosa doveva essere lui e così è stato. Quella che poteva essere considerata eccessiva pressione, si è trasformata man mano in stimolo per fare sempre di più e meglio, conquistando subito chi l'aveva scelto, che ora se lo tiene stretto e lo considera parte indispensabile del progetto, come testimoniato dal registro presenze: 26 su 26. Una costanza ed un livello di prestazioni da primo della classe, a cui va aggiunta, cosa ancora più importante, una grande leadership nel guidare uno dei reparti difensivi non soltanto tra i più solidi e compatti dell'intero girone, ma anche tra i più corretti, come possono testimoniare le zero espulsioni a proprio carico fino a quest'oggi. 

Insomma, Gavazzi è un capitano di quelli veri, autentici, portatore sano dei valori su cui questa società è basata e che intende veicolare. Uno con il pedigree giusto, come già prima di lui Damiano Sonzogni, storico condottiero bluceleste dal 1998 fino al 2006. Uno che sta cogliendo… l'attimo. Lunga vita a te, capitano, mio capitano.

Fabio Deblasio

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