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Società

L'AlbinoLeffe si racconta | Quella notte all'Olimpico

Come mai capitan Ruben Garlini e il parigrado Tommaso Rocchi che si stanno stringendo la mano sotto l’occhio vigile del direttore di gara Russo della sezione di Nola? Per trovare una risposta a questa domanda è necessario affrontare un altro dei nostri viaggi a ritroso nella storia bluceleste.  Stagione di riferimento: 2010-2011. L’AlbinoLeffe, dopo l’ottimo campionato dell’annata precedente chiuso con una rispettabilissima undicesima posizione, può fare affidamento su uno dei tecnici più conosciuti e rispettati del panorama calcistico italiano, Emiliano Mondonico. Ai suoi ordini c’è un gruppo ringiovanito, in cui fa capolino un gradito rientro, quello di Pierre Giorgio Regonesi, riportato a casa dopo il fallimento del Rimini.

altLa stagione si apre il 15 agosto 2010 con una convincente vittoria nel secondo turno di Coppa Italia contro il Pescara di gente come Verratti, Maniero e Stoian. La pratica è chiusa già dopo i primi quarantacinque minuti con Cissé e Torri a fare da mattatori, un gol del primo e soprattutto il bis del secondo (il gol del 2-0 in pallonetto è un autentica perla) delizia il pubblico ferragostano accorso all’Atleti Azzurri d’Italia. Sarà proprio questa la competizione da cui si trarranno le gioie maggiori. Se il campionato infatti, almeno inizialmente, sarà avaro di grandi soddisfazioni, il trofeo nazionale vede gli orobici sobbarcarsi milleduecento chilometri il 27 ottobre per andare in scena all’Ezio Scida di Crotone contro i rossoblu di Aniello Cutolo. Il mancino napoletano nell’occasione è controllato egregiamente da Serafini e Maino ed il compagno di reparto Piccinni spedisce in rete il pallone dello 0-1, risultato che sarà poi quello conclusivo del match.

La vittoria tuttavia ha una valenza ancora maggiore, perché l’approdo al quarto turno, quello in cui entrano in tabellone anche le grandi squadre può regalare sfide impensabili e dal fascino ancestrale, come in una sorta di riedizione di Davide contro Golia. Il sorteggio è presto fatto e l’AlbinoLeffe in versione Davide, si sarebbe trovato di fronte la Lazio. E’ così che ritorniamo alla prima diapositiva: uno stadio Olimpico con il vestito da sera ed al suo interno 10.000 spettatori pronti a godersi la “battaglia”. I seriani, con la fierezza tipica dei bergamaschi, partono ad attaccare a testa bassa ed al 11’ Zenoni si incunea tra le maglie della difesa biancoceleste e fa partire un cross teso su cui per una questione di millimetri né Momenté né Piccinni riescono ad intervenire.

Purtroppo questo tipo di errori contro una compagine del calibro dei capitolini si pagano ed infatti appena quattro giri di lancette più tardi una magistrale punizione del terzino spagnolo Garrido s’insacca imparabilmente alle spalle di Layeni. Il gol ha l’effetto di far pendere la bilancia in favore degli aquilotti e Rocchi prima ci prova con uno spunto personale al 23’ fuori di poco, poi veste i panni dell’uomo assist, ma il ceco Kozak fallisce da buona posizione. I blucelesti si rifanno pericolosi sempre con Momenté, anticipato al momento del tiro da Berni. Ma come in una  specie di maledizione, quando i nostri ragazzi s’affacciano in area laziale senza riuscire a finalizzare, la Lazio aumenta il proprio cinismo e non sbaglia: un ispirato Foggia fa partire un traversone che Stendardo raccoglie e deposita in rete per il 2-0.

La ripresa, dopo una girandola di cambi, vede ancora un testardo Rocchi cercare la via della rete senza costrutto, mentre Cia ha una doppia occasione, ma se nel primo caso manda alto perché troppo sbilanciato, nel secondo è strepitoso Berni a negargli la gioia personale. A giochi ormai fatti un lob filtrante di Gonzalez libera Del Nero, che a tu per tu con Layeni non sbaglia e firma il definitivo 3-0. Un risultato amaro che però non lascia nessuno strascico nel ricordo di quella nottata. Le luci della notte, l’Olimpico, la Lazio. Quella volta c’eravamo anche noi.

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