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Passato, presente e futuro secondo il DS: l'intervista a Simone Giacchetta

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Al termine della stagione appena conclusa, in casa AlbinoLeffe è il direttore sportivo Simone Giacchetta a tracciare un doveroso bilancio sul lavoro svolto in questi mesi, rispondendo alle nostre domande su passato, presente e futuro della Bluceleste.

Buongiorno Direttore. La stagione è terminata ed è tempo di bilanci. Qual è il suo personale giudizio sulla stagione appena conclusa?


"Non può che essere positivo. E’ stata una stagione positiva sotto tanti aspetti soprattutto perché non dobbiamo scordarci da dove siamo partiti, quello che abbiamo fatto e dove siamo arrivati. Un’annata che ha regalato a tutti quanti noi grandi soddisfazioni e gratificazioni morali e personali. L’AlbinoLeffe veniva da due stagioni, dal punto di vista sportivo, drammatiche che avevano messo a repentaglio una storia ed una tradizione più che decennale. Esser stati capaci di guadagnare la riconferma della categoria sul campo e di aver riportato in auge il nome della Bluceleste ci rende orgogliosi e speranzosi per il futuro, avendo ora una base solida su cui sviluppare un progetto condiviso".

altLa rete di Bruccini al sesto minuto di recupero alla fine si è rivelata essere una vera e propria sliding door per i play-off blucelesti. Senza questo episodio, fino a che punto sarebbero potuti arrivare?

"Sicuramente alla partita di stasera con il Parma. Perché probabilmente noi siamo stati la squadra che nella doppia sfida ha espresso il calcio migliore. Alla luce del lavoro fatto il match con i gialloblu poteva diventare un obiettivo raggiungibile e poi, chissà, con un AlbinoLeffe in salute ed in fiducia sarebbe potuto arrivare un ulteriore risultato insperato… Però la realtà non è questa e quindi complimenti a Bruccini e alla Lucchese perché sono stati premiati e stasera potranno continuare ad essere i protagonisti del loro sogno".

Che valore hanno i play-off raggiunti in questa stagione nell’ottica del un percorso di crescita intrapreso?

"I play-off hanno rappresentato un traguardo molto importante, insperato e gratificante. E’ stato bello esserci arrivati in questo modo, in un girone difficilissimo, con tante incognite d’inizio stagione. Credo possa rappresentare uno stimolo per tutti. Noi però dobbiamo ripartire e questo nostro breve percorso ha già portato ad un risultato quasi top, dato che per migliorarlo rimane solo la vittoria del campionato. L’AlbinoLeffe è una società con la testa sulle spalle e con una struttura dirigenziale esperta. E’ importante continuare a creare i presupposti per fare calcio in modo dignitoso, gratificante, creando opportunità per il settore giovanile. Siamo una realtà che vive anche attraverso il vivaio e quest’ultimo deve essere in grado di rappresentare con la giusta umiltà il futuro di questa società".

C’è qualche giocatore che l’ha stupita per il miglioramento avuto durante la stagione?

"In una stagione come questa sono tanti i calciatori che hanno fatto bene e che sono cresciuti con il trascorrere delle giornate di campionato. Però più che citare dei nomi, preferire elogiare l’intero gruppo. Non sono stupito perché conoscendoli ero conscio dei valori umani insiti in questi ragazzi, altrimenti non sarebbe stato possibile raggiungere certi traguardi. Oggigiorno nel calcio non basta saper solamente stoppare una palla, ma bisogna avere dentro di sé attributi importanti. Quello che mi ha più sorpreso è stata la crescita impressionante di tutto il gruppo, soprattutto di quei ragazzi che sono stati coinvolti meno, anche se non tutti si sono dimostrati disponibili alla causa".

Lei che arrivava da un lungo periodo di militanza calcistica e dirigenziale a Reggio Calabria, come si è trovato all’AlbinoLeffe ed in una città completamente diversa come Bergamo?

"La città la conosco poco perché purtroppo l’ho frequentata poco dato che tutta la mia giornata tipo si svolge qui, al quartiere generale di Zanica. Bergamo però si presta volentieri ad essere visitata e soprattutto la zona di Città Alta è molto bella. All’AlbinoLeffe invece mi sono trovato in una realtà completamente nuova, con mentalità e cultura differente, ma con grandissime potenzialità. Poter disporre di un centro sportivo come il nostro è sicuramente un privilegio per una società di Lega Pro e per i calciatori al suo interno sia a livello di prima squadra che di settore giovanile. Questo dà l’idea di quanta attenzione presti la proprietà alle esigenze degli atleti. In un territorio come quello lombardo, pieno di giganti dal punto di vista calcistico, noi regaliamo un’opportunità ed un sogno a tanti ragazzi spesso scartati da altre compagini più blasonate, offrendo la possibilità di crescere in un contesto professionale, organizzato e sano. Per tutti questi motivi dunque l’AlbinoLeffe ha anche una valenza sociale importante sul territorio, che spesso non le viene riconosciuta".

La situazione che si troverà ad affrontare quest’estate sarà diametralmente opposta rispetto a ciò che ha trovato nell’agosto del 2016 dato che in quel caso dovette ricostruire l’intera rosa. Quali saranno le difficoltà di questo mercato?

"Ovviamente sarà un mercato diverso e sotto certi aspetti più difficile. Se l’anno scorso dovevo ricostruire una squadra da zero senza conoscere nessun calciatore personalmente, basandomi sulle mie intuizioni e sulle attitudini tecnico-tattiche dell’allenatore, adesso arriveremo invece da una stagione eccezionale dove tutti i ragazzi si sono dimostrati meritevoli di essere confermati ed alcuni addirittura di poter ambire a categorie differenti. Non è un compito facile il mio, perché dal punto di vista umano terrei tutti quanti. Purtroppo il calcio è ingeneroso sotto certi punti di vista, per cui diverse scelte andranno fatte con la speranza e la volontà di fare bene, ringraziando tutti quei calciatori che sono stati protagonisti e che magari l’anno prossimo non ci saranno. La volontà è quella di portare avanti un progetto, dando una base solida all’AlbinoLeffe in modo che ognuno di noi possa portare nuove soddisfazioni a questa società".

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