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Palla alla Penna | Ep.5: "L'importanza delle parole del mister"

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In settimana il tecnico bluceleste Massimiliano Alvini aveva catechizzato squadra e carta stampata per evitare facile euforie e voli pindarici dopo la vittoria d’asporto a Renate. Bene il risultato e l’atteggiamento, ma ancora tanto c’era da migliorare sosteneva l’illuminato di Fucecchio.

Beh, che dire la mossa è stata quella giusta perché così facendo ha levato responsabilità ed oneri ai suoi ragazzi che contro il Santarcangelo sono apparsi belli, come mai in questo primo scorcio di 1718editoriale5campionato. L’attacco ha attaccato e punto grazie all’inzuccata prepotente dell’ariete Matteo Colombi, alla prima, pesante rete con i nostri colori. La difesa ha difeso, venendo punita però in maniera esagerata su un calcio da fermo (sempre lui, argh!) al primo vero sussulto romagnolo. Scontando quell’episodio però è stata lodevole la prestazione del trio Scrosta-Gavazzi-Zaffagnini, un ritornello ormai diventato automatico tra gli appassionati orobici. Il centrocampo ha girato, galvanizzato da un Agnello formato bomber. Se domenica scorsa il numero otto aveva piazzato la zampata da tre punti, questa volta ha invece calato l’asso dalla distanza chiudendo gioco-partita e incontro per dirla in gergo tennistico. A rinvigorire la zona mediana del campo nella seconda, decisiva, frazione ci hanno pensato gli innesti di Nichetti e Sbaffo. Quest’ultimo, di rientro da una squalifica lunga tre turni, ha disegnato calcio, con giocate intelligenti e di pregevole fattura. Ma il terreno di gioco non è stato l’unico scenario in cui s’è reso protagonista.
Al termine dei novanta minuti, recatosi in sala stampa per la consueta conferenza, ha sciorinato parole e concetti non banali, ritraendo alla perfezione il gioco bluceleste e mandando messaggi d’affetto all’ambiente AlbinoLeffe che l’ha accolto in questa sua nuova avventura.

Fuori dai dogmi e dalla scontatezza di frasi trite e ritrite in formato copia ed incolla, ha parlato di cura e ricerca nei movimenti e nelle fasi di gioco della squadra, concetti cari al suo allenatore, per cui ha ribadito grande stima per l’impronta che ha saputo dare e totale fiducia per il suo collocamento sul rettangolo verde. Dal canto suo, il toscano più amato dalla nostra tifoseria (non ce ne vogliano il buon Gonzi ed il giovane Gelli), ha professato una palese felicità nel vedere la sua creatura, ri-acquisire pian piano, i valori che l’avevano resa gagliarda la scorsa stagione.  Come lui ama ripetere, fa tutto parte di un percorso intrapreso, che passa da fame, “garra” e continuità.

Un vecchio politico italiano, tale Alessandro Natta, soleva sostenere che il suo motto era “il rinnovamento nella continuità”. Una nozione ben chiara a tutti dalle parti del Centro Sportivo di Via Comun Nuovo. Per avere sempre più credito, servirà lavorare duramente per non interrompere il trend di prestazioni inaugurato due settimane or sono e dalla nostra abbiamo una garanzia, la totale sintonia tra mister e giocatori. 

FDB

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