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L'angolo del tifoso | Intervista ad Antonio Mascheretti

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Come in occasione di ogni partita che si disputa tra le mura amiche, torna la rubrica ‘L’angolo del tifoso”.
Questa volta l’intervistato è Antonio Mascheretti, un supporter di lunga data del sodalizio seriano che, insieme alla simpaticissima moglie Mara, non si perde nemmeno una gara casalinga dei nostri ragazzi.

Buongiorno sig. Mascheretti, ci racconti un po' innanzitutto come nasce la sua passione per l’AlbinoLeffe?

“Ho sempre giocato a calcio fin da bambino e questo mi ha portato ad amare questo sport ed apprezzarne la bellezza a trecentosessanta gradi. Ho sempre voluto tifare le squadre del territorio. Sono partito con la Virescit quando ancora giocava a Boccaleone, seguendola anche dopo il trasferimento ad Alzano. Con la sua scomparsa ho cominciato ad avvicinarmi alla squadra del presidente Andreoletti, al tempo allenata da Gustinetti. Mi è piaciuto il suo modo di giocare e da quel momento non ho più smesso di sostenerla. Si figuri che tuttora ho due abbonamenti, uno con l’AlbinoLeffe e l’altro con l’Atalanta, in modo da poter vedere sempre una partita ogni week-end. Non presto grande attenzione alla categoria di riferimento, a me piace vedere giocatori che danno sempre tutto in campo ed i ragazzi di mister Alvini, sotto questo punto di vista, sono esemplari”.

1718mascherettiQual è il suo ricordo più bello legato alla compagine bluceleste?

“Forse tutta l’annata della cavalcata che ci ha quasi portato in serie A. Quell’anno era quasi più piacevole veder giocare l’AlbinoLeffe per l’entusiasmo che ci metteva rispetto a squadre anche di categoria superiore. Poi non posso non citare le due partite con la Juve giocate ad armi pari, ma sono stati tanti gli incontri avvincenti che ho vissuto allo stadio nel corso degli anni. La scorsa stagione ad esempio, nonostante il risultato bugiardo, avevamo fatto due grandi prestazioni contro Parma e Venezia che poi sono salite in B”.

C’è qualche episodio in particolare, legato alla sua presenza allo stadio, che ricorda con piacere?

“Si, era un AlbinoLeffe-Grosseto della stagione 2010/2011. La squadra era in piena bagarre play-out e quella contro i toscani era una sfida che non si poteva sbagliare. Il match era ormai ben oltre i novanta minuti regolamentari ed eravamo sotto di una rete, fino a quando una magia di Regonesi su punizione ha bucato il portiere avversario permettendoci così di conquistare un punto che si è poi rivelato fondamentale nella corsa salvezza”.

Cosa l’ha convinta a rinnovare l’abbonamento anche quest’anno?

“Dopo il grande lavoro della scorsa stagione non potevo non farlo. Ho una grande considerazione del tecnico Massimiliano Alvini, che reputo una persona competente ed appassionata. Ho avuto la fortuna di seguirlo anche durante gli allenamenti ed ho apprezzato la sua metodologia e come si pone nei confronti del gruppo. Lui ed il direttore sportivo Giacchetta sono riusciti a creare da zero un collettivo davvero affiatato, rivitalizzando di fatto tutto l’ambiente che pareva demoralizzato dopo le due retrocessioni consecutive. In merito a ciò vorrei spendere un elogio per il presidente Andreoletti, che nonostante le difficoltà non ha mai abbandonato la propria creatura”.

Quali sono le considerazioni sulla rosa attuale?

“Mi piace. E’ un gruppo giovane ma in gamba e soprattutto si vede che segue ciecamente il proprio allenatore, caratteristica che forse altri anni è mancata. Abbiamo dimostrato di avere i mezzi per fare la nostra partita contro chiunque e magari con un po' di fortuna in più in certe partite, chi lo sa…”.

Un suo sogno o una speranza legata all’AlbinoLeffe?

“Da appassionato di calcio bergamasco sarebbe bello vedere una maggiore sinergia tra tutte le realtà locali. Per quanto riguarda i risultati del campo spero che questo entusiasmo non cessi e che porti la società ad un’ascesa continua”.

Chiudiamo con una curiosità. Qual è il giocatore bluceleste che l’ha emozionata di più in questi anni?

“A livello assoluto direi Pierre Giorgio Regonesi. Un terzino che era dotato di un sinistro velenosissimo. Credo sia stato fondamentale anche a livello di spogliatoio perché era un ragazzo posato e con dei valori importanti. Dell’attuale squadra non ho preferiti, mi piacciono un po' tutti. Sbaffo mi ha impressionato per le sue qualità tecniche, così come mi colpiscono ad ogni partita la grinta di Giorgione e la caparbietà di Kouko. Colui che però può essere considerato il vero valore aggiunto è sempre lui, il mister”.

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