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SpeciaListi di settore | Intervista al match analyst bluceleste Sergio Forleo

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Nella rubrica dedicata al settore giovanile abbiamo intervistato Sergio Forleo, 35enne bergamasco e match analyst delle fasce d'età più alte del settore giovanile bluceleste. Insieme a lui siamo andati alla scoperta di un ruolo ancora poco conosciuto, ma che sta acquisendo sempre maggior importanza all'interno dei club calcistici.

1718forleo1Ciao Sergio, innanzitutto ti chiedo di spiegarci chi è e di cosa si occupa un match analyst.
"In sintesi è un collaboratore tecnico che affianca l'allenatore ed il suo staff. La sua funzione è quella di fornire il maggior numero di informazioni possibili, attraverso un'analisi video oggettiva delle partite disputate, sulla prestazione della propria squadra o degli avversari. E' un'attività che richiede tempo e dedizione e deve essere funzionale al lavoro dell'allenatore, il quale deve trarne vantaggio in termini di conoscenze per prendere le proprie decisioni".

Che studi hai fatto per diventare match analyst?
"Ho frequentato due corsi presso l' Élite Football Center, scuola che organizza corsi di alta formazione per i professionisti nel calcio. Una volta apprese le basi di questa disciplina, il resto è passione, studio individuale e aggiornamenti continui, oltre a tante partite visionate".

A quali fattori presti maggior attenzione durante una partita?
"In generale si può dire che mi concentro sulla fase di possesso e di non possesso delle squadre visionate, oltre alla transizione tra di esse. All'interno di queste fasi si declinano varie situazioni che identificano i principi di gioco di una squadra, da come si difende a quali soluzioni predilige quando attacca. Dal generale scendo poi nel dettaglio, integrando con un'analisi dei singoli giocatori e del loro apporto nel contesto in cui si esprimono".

Come nasce questa tua passione?
"Amo questo sport, sembra banale ma è la forza maggiore che mi spinge. Con il tempo il semplice piacere di giocare è diventato voglia di capire il calcio e studiarlo. Non credo sia semplice mettere undici giocatori in campo e vederli muovere insieme secondo un ordine e un'identità. C'è molto lavoro dietro, più di quanto si possa immaginare e più di quanto un primo sguardo possa rivelare. Mi piace indagare questi aspetti, magari non subito visibili, perchè sono molte le informazioni che si possono ottenere. Conoscere aiuta ad agire meglio, anche nel calcio".

So che stai tenendo dei corsi attualmente, ci puoi dire nel dettaglio di cosa si tratta?
"Ho partecipato come ospite nel recente corso per match anlyst organizzato dall'Élite Football Center per raccontare la mia esperienza nel settore giovanile dell'Albinoleffe. E' stata un'occasione per portare una testimonianza su come svolgo il mio lavoro all'interno dello staff e cosa voglia dire nel concreto fare Match Analysis".

Ci sono degli elementi che cambiano tra la match analysis di una prima squadra e quella di una partita del settore giovanile?
"Il metodo è pressoché lo stesso, cambia talvolta l'oggetto dell'analisi. Nel settore giovanile, lavorando con calciatori molto giovani presto attenzione agli aspetti fondamentali per la crescita di un calciatore, dal gesto tecnico alla tattica individuale, elementi da cui non può prescindere la tattica collettiva. Si cerca al contempo di lavorare anche sull'insieme e sull'apprendimento di determinati principi di gioco che permettono ai ragazzi di affacciarsi al calcio dei grandi. E' senz'altro un lavoro impegnativo ma molto stimolante".

Come pensi possa evolversi in futuro questo ruolo?
"Credo sia una figura ormai fondamentale nel calcio moderno. Il livello di competizione oggi in questo sport è talmente elevato che è essenziale un lavoro in team organizzato e sempre più specializzato. L'allenatore ha moltissime responsabilità e ha bisogno di figure professionali che possano assisterlo nel suo lavoro, ciascuno per le sue competenze. Senza contare l'aspetto tecnologico che deve essere un supporto, il calcio non può rimanere indietro rispetto ad altri sport. La situazione attuale del calcio italiano credo imponga una riflessione su questi aspetti".

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