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SpeciaListi di settore | Intervista al Responsabile dell'attività di base Simone Grossi

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Per www.albinoleffe.com abbiamo intervistato il Responsabile dell’attività di base Simone Grossi che ci ha parlato del suo 2017 bluceleste e del mondo dei più piccoli in casa AlbinoLeffe.

Buongiorno Simone. Si è da poco chiuso il 2017, qual è il tuo bilancio dell'annata?
“Il bilancio del 2017 è sicuramente positivo. Stiamo costruendo, anche grazie a formatori validi e prepararti, gruppi qualitativamente importanti soggetti ad una crescita costante e mirata. Per questa stagione le due grandi novità sono rappresentate dall’introduzione della squadra dei Primi Calci e di quella dei Piccoli Amici. Questi due nuovi gruppi sono fondamentali per noi in quanto, anticipando l'inserimento dei bambini, riusciamo sin da subito ad accrescere il loro bagaglio tecnico e motorio infondendo poi, già a partire dai più piccoli, la mentalità bluceleste. Questi sono ingredienti fondamentali per ottenere squadre che già a partire dalla categoria Pulcini possono dir la loro in termini di qualità tecniche e di gioco. Per realizzare tutto ciò è stato necessario ampliare sensibilmente la ‘squadra osservatori’, che voglio ringraziare pubblicamente, per il prezioso lavoro di scouting sul nostro territorio”.

1718GrossiSimoneQual è il momento Top dell'anno appena trascorso ?
“Al di là della vittoria di un torneo o di una bella partita disputata dalle nostre squadre, diapositive che possono rimanere impresse, penso che il vero e proprio momento top del 2017 sia vedere quotidianamente i ragazzini venire al campo con il sorriso sulle labbra, con tanta voglia di fare, sperimentare e apprendere. Credo fortemente che lavorare con entusiasmo ed impegno sia la ricetta giusta per far crescere di più i giovani”.

Quali sono secondo te i punti fondamentali per un buon progetto formativo a livello di attività di base?
“Lavoro tecnico, lavoro coordinativo e valori umani. Credo siano questi i tre ingredienti fondamentali per l'attività di base. Nelle fasce età di mia competenza è fondamentale focalizzare il lavoro sui gesti tecnici e sullo sviluppo e relativo consolidamento delle capacità coordinative. Il giovane calciatore, in questa fascia d'età sensibile agli adattamenti, dovrà attraverso il lavoro proposto acquisire tutti quei prerequisiti che saranno le basi ferme su cui costruire il giocatore che verrà. Parallelamente risulta importante riuscire a trasmettere sani valori umani, dentro e fuori dal campo. Vogliamo far sì che crescere in un settore giovanile come il nostro aiuti il bambino a saper risolvere i problemi mediante senso di responsabilità e fiducia nei propri mezzi, affinché ciò diventi un modus operandi applicabile anche nella quotidianità”.

Secondo lei in cosa dovrebbe migliorare il calcio italiano? Si potrebbe fare qualcosa partendo dalla formazione di base?
“Penso che siano cambiati i tempi, una volta i bambini non avevano cellulari, tablet o playstation, andavano nel giardino di casa o all'oratorio per giocare. Ora purtroppo la tendenza è sempre più quella di stare a casa davanti ad uno schermo piuttosto che rincorrere un pallone o più semplicemente nascondersi dietro un albero sperando di non farsi trovare dal lupo. A tal proposito è ancor più  necessario lavorare molto sul campo già dai piccolissimi per dar loro più esperienze, motorie e non, possibili, cercando di compensare ciò che la tecnologia ha tolto”.

Parlaci dei tuoi obiettivi per il 2018.
“Sono solo a metà del secondo anno del mio ruolo da responsabile e proprio per questo penso che ci sia ancora molto da fare per migliorare sotto ogni aspetto. La volontà di non lasciar nulla al caso e l'ossessività nella cura del dettaglio, conscio del fatto che tutto sia perfettibile, sono certamente ingredienti che possono fare la differenza. Ecco, migliorare costantemente sotto ogni aspetto è il mio augurio per il 2018”.

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