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Specialisti di Settore | Cadei: "L'AlbinoLeffe è un percorso positivo per formatori e giovani atleti"

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Per la rubrica 'SpeciaListi di Settore" abbiamo intervistato Francesco Cadei, formatore dei Pulcini B, che ci ha parlato della sua seconda annata con i nostri colori e del 'suo' gruppo di giovanissimi atleti.

1718cadeiBuongiorno Francesco. Inizierei l'intervista con un tuo personalissimo bilancio di questo secondo anno in bluceleste.

"Ogni giorno è come fosse il primo, quando entro nel nostro centro sportivo mi sento un privilegiato per la fortuna che ho nello svolgere il lavoro più bello al mondo in un luogo in cui il calcio è a misura dei ragazzi. Condivisione, umiltà, confronto costruttivo, passione, unità d'intenti e voglia di crescere sono gli ingredienti che anche in questa mia seconda stagione in forza all'attività di base bluceleste riconfermano, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto di positivo un percorso del genere, nelle vesti di formatore di una società professionista, possa offrire".

Quali sono le difficoltà che hai riscontrato o che si riscontrano lavorando con bambini di 9/10 anni?

"Piuttosto che parlare di difficoltà direi ostacoli da superare per dare da subito l'idea di ciò che è nella nostra filosofia, ovvero fare di ciò che può sembrare un problema un trampolino di lancio verso il successivo gradino da superare insieme. Sicuramente, almeno inizialmente, la cosa fondamentale è creare un gruppo-squadra coeso dove tutti i bambini, "vecchi" e nuovi arrivati, si sentano da subito parte integrante della stessa famiglia per poter dare il meglio di sé. Infondere in loro attaccamento alla maglia e creare la mentalità bluceleste, che negli anni farà la differenza se ben coltivata, è la normale conseguenza di un lavoro certosino attento alle esigenze di ogni bambino. Entrando più 'nel tecnico' è possibile trovare il bambino timido a cui dover dare la giusta dose di autostima affinché riesca a sviluppare nel limite delle sue possibilità una personalità importante; ci può essere poi il bambino da affinare, ancora acerbo rispetto al gruppo sotto l'aspetto tecnico con magari grandi doti motorie e/o coordinative o quello che semplicemente dotato di tecnica sopraffina pecca nell'atteggiamento, caratteristica questa fondamentale per poter, come dico sempre ai bambini che ho la fortuna di allenare, credere in un sogno che solo dando tutto potrebbe magari un giorno diventare realtà".

Dacci un tuo giudizio sul gruppo che avevi a disposizione.

"Quest'anno il gruppo dei 2008, già buono di per sé, anche grazie agli innesti che sono stati fatti, ha aumentato sensibilmente il tasso qualitativo e merito va dato sicuramente oltre che ai responsabili, anche al minuzioso lavoro di scouting degli osservatori e dai buoni rapporti instaurati con le diverse società amiche. Prezioso per la crescita avuta da inizio stagione, fino ad ora e per il proseguo, è il lavoro sinergico settimanalmente svolto dallo staff dei pulcini B, dai preparatori dei portieri e dal preparatore coordinativo che insieme cercano di dare al bambino tutti i mezzi necessari per creare un bagaglio tecnico e umano di spessore".

Qual è stato il momento più bello e quale quello più difficile di questa stagione?

"Non ce ne sono di più belli, dico che ogni giorno è una nuova grande avventura. Posso però garantire che è veramente gratificante vedere arrivare i bambini col sorriso che salutano battendo un cinque, che fanno gruppo e migliorano di giorno in giorno, che alla fine dell'allenamento chiedono se è 'giá finito' e che prima di andare a casa ti cercano sapendo di trovarti lì fuori per dirti 'ciao mister'. Ecco queste sono le cose per cui all'inizio ho detto che, il nostro dei formatori, è il lavoro più bello che ci sia. Certo alle volte il torneo giocato non come ci si aspettava o la "partita no" per chi come noi crede davvero nel progetto e in quello che propone è motivo di riflessione ma si sa, sono bambini che possono avere alti e bassi. È quindi salutandoci che al primo appuntamento utile per ritrovarci tutti insieme ci si rifà alla grande".

Come si fa a capire se un ragazzo è migliorato durante il corso dell'anno?

"Aldilà dei test fisico-atletici o tecnici che comunque rivestono un ruolo importante nella programmazione al fine di verificare i miglioramenti di ogni nostro giocatore, penso che sia 'l'occhiometro' lo strumento di verifica migliore. Fluidità del gesto, capacità di scelta in una situazione complessa e presa di coscienza da parte del bambino delle proprie qualità sono solo alcune delle caratteristiche che un occhio attento deve saper cogliere per poter costruire qualcosa di importante".

Quali sono gli obiettivi che ti sei posto per la tua carriera da formatore?

"Lavorare divertendomi, per aiutare i bambini nel loro percorso di crescita è per me l'obiettivo principale nella piena consapevolezza che questo possa diventare sempre più un progetto vincente".

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