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La Giovane Italia | Un viaggio tra passato, presente e futuro del calcio giovanile

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Martedì sera presso l’Auditorium del Campus Sportivo Scolastico di Urgnano (BG) s’è tenuto il quinto ed ultimo incontro formativo U.C. AlbinoLeffe Scuola Calcio Élite dal titolo tanto intrigante quanto attuale: “La Giovane Italia. Esperienze calcistiche all’interno dei vivai italiani”.

180426QuintoIncontroA gestire il ‘salotto’ ci ha pensato il giornalista Sky Paolo Ghisoni che, da consumato uomo di spettacolo, ha saputo dare fluidità alle varie tematiche, in maniera sbarazzina e frizzante, coinvolgendo con domande mirate i tanti ospiti presenti al suo fianco ed anche qualcuno dal pubblico.

Invitato d’eccezione il direttore generale della Lega Pro Mario De Luca, volto di spicco della prima lega professionistica italiana, che con grande disponibilità ha messo la sua esperienza al servizio dei tanti giovani che hanno affollato l’Auditorium.

Il primo ‘topic’ della serata è stato il confronto tra i settori giovanili di oggi e quelli del passato. Un confronto generazionale che ha trovato la sua figura più armonica in Giuseppe Biava che, in quanto ex calciatore della massima serie ed attuale allenatore della formazione Berretti bluceleste, ha voluto dare il proprio parere provando a sottolineare la principale lacuna attuale: “Forse adesso servirebbe riscoprire la voglia di giocare a calcio. Ci sono troppe distrazioni. Quando io ero giovane, non si vedeva l’ora di andare in Oratorio per giocare a calcio con gli amici fino a tardi, mentre ora vedo tanti ragazzi preferire la tecnologia. Mi piacerebbe si ritornasse ad assaporare un po' la passione che c’era prima”. Gli fa eco anche il responsabile del settore giovanile Paolo Zirafa: “Sono d’accordo con Giuseppe. L’introduzione dei Centri Federali può essere una buona cosa, ma credo che noi italiani non siamo mai stati bravi a copiare, ma piuttosto a reinventare. Dobbiamo riuscire a riscoprire i valori che ci hanno fatti grandi in passato”. Particolarmente apprezzato anche l’intervento a riguardo del direttore sportivo Simone Giacchetta: “E’ inutile fare paragoni tra generazioni. Sono cambiati sia i figli che i genitori. Ci sono diverse attrazioni rispetto a prima. Credo che la televisione abbia condizionato moltissimo tutto. Spesso i ragazzi sono più attirati dal ‘fare’ il calciatore che a diventarlo. Sono attirati dai benefici e non si rendono conto di tutto il lavoro che c’è dietro e questo è controproducente”.

Il secondo argomento ha trattato i sacrifici e le abitudini di vita di un giovane atleta per rimanere in un contesto sportivo professionistico. Un tema a cui non potevano esimersi dal rispondere i due calciatori della Prima Squadra Fabio Gavazzi e Mario Ravasio: “Ogni ragazzo alla fine fa il proprio percorso, con le proprie rinunce” afferma il capitano, che poi continua: “Io probabilmente non sono mai stato il più talentuoso nelle squadre in cui ho giocato, ma ce l’ho sempre messa tutta e ci ho sempre creduto e nel mio piccolo sono riuscito a raggiungere una parte del mio sogno. Ora però non mi accontento e continuo ad avere la stessa voglia del primo giorno in cui ho messo piede su un campo da calcio”. Anche il ventenne di Carvico è sulla stessa lunghezza d’onda: “Anche io ho fatto un percorso simile a Fabio. Devi sempre dare il massimo in ogni allenamento e curare ogni aspetto. Noi siamo fortunati perché qui siamo seguiti a dovere ed intorno a me ho sempre sentito la fiducia di tutto l’ambiente”. Un’ambiente che il direttore generale della Lega Pro Mario De Luca ha potuto visitare nel pomeriggio e che lo ha “piacevolmente colpito, soprattutto per la qualità delle strutture dell’AlbinoLeffe. I ragazzi sono fortunati ad avere l’opportunità di allenarsi accanto alla Prima Squadra. E’ sicuramente un fattore formativo che mi fa definire la situazione bluceleste come una situazione meritoria, da prendere da esempio”.

A ridosso della riflessione generale sull’estromissione della Nazionale Italiana di calcio dai Mondiali di Russia 2018 è intervenuto anche il tecnico seriano Massimiliano Alvini: “Dietro ogni fallimento io ci vedo sempre la possibilità per una grande rinascita. Ho fiducia in chi governa il calcio, che deve portare a termine le riforme necessarie per il nostro movimento. Non tutto è da buttare, ma ciò che funziona deve essere valorizzato. Le seconde squadre possono essere una risorsa, ma non la soluzione. Servono decisioni importanti”.

La chiusura è stata dedicata alla presentazione del libro “La Giovane Italia. Gli Under 19 in cui crediamo”, nato da un’idea di Paolo Ghisoni e di Stefano Nava ed edito da Caroli Sport (acquistabile al link: http://www.paologhisoni.it/Negozio). Una sorta di ‘bibbia’ per gli appassionati del movimento calcistico giovanile italiano, che traccia profili dettagliati di tutti i talenti più limpidi del nostro Bel Paese, non solo da un punto di vista tecnico, ma ancor più sviscerando le eccellenze comportamentali dei profili selezionati.

Quando tutto faceva presagire i saluti finali dopo la classica foto di rito, il segretario generale Simone Farina ha omaggiato gli illustri ospiti con una maglietta ufficiale bluceleste in ricordo della serata, firmata dai capitani di ogni categoria per rimarcare il significato dell’incontro. Spazio, infine, ad una breve parentesi sul futuro, con un tanto rapido quanto significativo accenno al progetto seriano sull’evoluzione del proprio centro sportivo.

E’ stata dunque una serata che ha permesso di dare uno sguardo a trecentosessanta gradi al passato, al presente e soprattutto al futuro di questo sport che, per continuare a dare soddisfazioni, dovrà essere plasmato e gestito con competenza, trasparenza e passione da parte di tutti gli attori in causa.

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