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L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni

Da mesi si va dicendo che la serie B è un abito fatto su misura per l’AlbinoLeffe. Avanti di questo passo, tuttavia, sarà opportuno fare un salto in sartoria. Sì, perché quest’abito comincia a diventare un po’ stretto e necessita di qualche ritocco. L’AlbinoLeffe è cresciuto a tal punto da non starci quasi più dentro. C’è bisogno di uno più grande, e più grande della taglia B non c’è che la taglia A. L’anno scorso in sartoria ci si era arrivati con un pelo di ritardo e si era trovata la saracinesca abbassata. Quest’anno vedremo. Per intanto godiamoci lo stupendo momento che stiamo vivendo. L’AlbinoLeffe ha cominciato il campionato come se quello della passata stagione non fosse mai finito. Stesso ritmo, stessa convinzione, stessa spregiudicatezza, soprattutto stessi risultati e stessi punti in classifica. Le sole differenze riguardano i gol: un anno fa sei fatti e quattro subiti, oggi tre fatti e nessuno subito. Leggendo questi ultimi numeri si direbbe che c’è più pragmatismo e meno spregiudicatezza. In realtà è un dettaglio insignificante, perché vedendo la squadra muoversi sul campo la sensazione è che non sia cambiato niente. Al di là degli aspetti tecnici, tattici e atletici, ci piace mettere in risalto la straordinaria coesione morale del gruppo. Chi paventava musi lunghi e insofferenze da parte di quei giocatori che erano stati al centro di trattative di mercato e speravano di andare a guadagnare di più sotto altre bandiere, è servito di barba e capelli. Lo spirito di corpo dell’AlbinoLeffe è un valore aggiunto che poche altre squadre possiedono ed è emerso anche nella vittoriosa partita col Parma. Tutti per uno e uno per tutti, all’insegna di un mutuo soccorso che esalta il concetto di gruppo e permette che due più due faccia cinque. Adesso, per l’immediato, c’è bisogno di un tocco di maturità, perché le prossime avversarie sono una ripescata e una neopromossa, il che potrebbe ingenerare pericoli di sottovalutazione. Sono rischi da evitare. Ma a Madonna e ai suoi ragazzi non lo diciamo nemmeno: sono i primi a saperlo.

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