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Società

E'tutto un equilibrio sopra la follia

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Dopo le tante figure non eccezionali collezionate in questo inizio di campionato, uno stizzito José Mourinho ha dichiarato: "Bisogna esserci in primavera, non in autunno". Al di là del fatto che, probabilmente, sarebbe meglio esserci sempre, se proprio bisogna fare una scelta è meglio optare per la primavera. In autunno, magari per il freddo, si preferisce stare vicini vicini e andare avanti all’insegna dell’equilibrio. Quante volte abbiamo sentito nelle interviste di tecnici e pseudo esperti questa parola. Una delle scusanti più usate per tenere in panchina talenti che qualche decennio fa sarebbero stati punti fermi di qualsiasi squadra è proprio l’equilibrio, tattico o strategico, spesso mentale quando si parla di allenatori. Ebbene, adesso questa mania dell’equilibrio si è impossessata non solo di una squadra e del suo staff, ma di un campionato intero. Se, a livello tecnico, l’equilibrio assicura certezze e stabilità, in un torneo è sintomo di sregolatezza e presuppone sempre qualcosa di esplosivo. Con quindici squadre racchiuse in cinque punti, d’altra parte, è impossibile che, ogni settimana, non ci siano almeno un paio di match clou in grado di ribaltare le gerarchie. Rigorosamente temporanee. La tendenza, inrealtà, sta contaminando anche la massima serie, nella quale la vetta continua a cambiare padrone. Allora, forse, almeno una volta ha ragione lo Special One. Bisogna esserci in primavera, non in autunno. L’AlbinoLeffe l’aveva già imparato lo scorso anno. E senza Mourinho.

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