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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società
di Cesare Malnati

Qui bisogna mettersi d’accordo. Meglio affrontare l’argomento ora, avendo vinto lo stesso (1-0 alla Salernitana). Il concetto è il seguente: non si può rischiar di vanificare – in un secondo – risultato e prestazione per la fesseria di qualcuno. Quanto accaduto ieri – regalare un uomo - era già successo. Conteh (espulso) e Gabionetta (ammonito, dopo aver acceso la miccia), a mezz’ora dalla fine hanno lasciato in dieci contro undici la squadra e devono assumersi le loro responsabilità. Il brasiliano ha preso un brutto fallo da Peccarisi e ha ancora una volta reagito, sicchè, se non ha ancora capito che il destino di un calciatore con le sue caratteristiche è di finire tutte le partite con le caviglie gonfie come meloni, gli conviene cambiar mestiere. L’africano, addirittura, s’è preso la briga di farsi sessanta metri di corsa per tentare di vendicare il compagno. Tutto ciò da una punizione a favore, in vantaggio e nel contesto di un match che fino allora aveva registrato un solo ammonito: farsi furbi è il minimo richiesto. Non per fare gli sciovinisti, ma che i due extracomunitari imparino - per citarne due a caso – dal casertano Ruopolo, che ne prende una al minuto e non dice mai niente, e dall’indigeno Garlini, eroico a trentasett’anni. La filippica mira a stroncare comportamenti tutt’altro che professionali prima che diventino un andazzo irrimediabile ed è indispensabile colpevolizzare chi sbaglia perché altrimenti finisce tutto nel calderone e buonanotte. Naturalmente la società deve intervenire.

La vittoria, meritatissima, è stata bella. La prova di bravura, prima, e d’abnegazione, poi, va gratificata col sette. L’altra faccia della medaglia di Gabionetta è stato il gol del successo, dopo sei minuti, con uno straordinario tiro a effetto da fuori infilatosi precisamente nel “sette”. Sulle ali dell’entusiasmo, la Celeste ha avuto tre occasioni da gol limpide, fra Ruopolo e Gabionetta. L’unica sua pecca (Narciso incerto nelle uscite) s’è dimostrata, per una ventina di minuti, una certa difficoltà nel difendere, tant’è vero che anche gli ospiti hanno avuto le loro due opportunità. Successivamente, però, tutta la squadra ha preso le misure. La Salernitana, pur cambiando un paio di volte modulo, non ha più combinato niente, neanche in superiorità numerica, se s’eccettua un mischia subito dopo il tafferuglio dell’espulsione di Conteh, sfruttando lo scombussolamento dei biancocelesti. La paura di non farcela è stata comunque tanta: il merito tutto dei dodici rimasti in campo (i subentrati Serafini, Luoni e Geroni compresi, meno Gabionetta).

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