logo albinoleffe

Società

L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni

Sarà anche vero che il campo di Bari porta bene: a chi gioca bene, però. Perché da quel campo, prima dell’AlbinoLeffe, soltanto il Sassuolo era uscito con tre punti. Tutte le altre ci avevano lasciato qualcosa, compresi Brescia e Livorno, che si erano dovuti accontentare di un punto, compreso il Grosseto che li aveva dovuti mollare tutti e tre. La verità è che la tradizione serve soltanto ad alimentare le statitiche: sul campo contano i muscoli, il cuore, la corsa, la tecnica, l’intelligenza tattica, la fortuna. Della quale, sia detto chiaramente, l’AlbinoLeffe non ha avuto bisogno per cogliere il secondo successo esterno della stagione, dopo il 2-0 di Modena alla prima giornata. L’AlbinoLeffe ha vinto perché ha meritato. Comodo cominciare una partita partendo dal 2-0, ha malignato qualche corvaccio. Come se segnare due gol nei primi dieci minuti non fosse un merito ma soltanto una fortunata coincidenza astrale. Certo, non capita di frequente, ma è comunque un fatto normale, non una macrochiappica circostanza. Tanto normale che l’AlbinoLeffe lo ha legittimato nei restanti 80 minuti, durante i quali il Bari, spinto dai suoi diecimila tifosi, avrebbe avuto tutto il tempo per riequilibrare e addirittura rovesciare il risultato. Invece, dopo il gol dell’1-1, arrivato quasi subito, Narciso non ha dovuto fare alcun intervento al di là dell’ordinaria amministrazione, perché il Bari ha concluso pericolosamente soltanto una volta, centrando la traversa con un tiro da lontano di De Vezze. Per il resto, non trovando gli spazi per manovrare a centrocampo e non potendo allargare il gioco sulle corsie laterali per l’ottima organizzazione dei nostri in fase di contenimento, si è affidato a improbabili fiondate da un’area all’altra, invariabilmente calamitate dalle zucche di Serafini, Gervasoni e Garlini. Nella circostanza, Madonna ha mostrato quella che, a nostro giudizio, è una delle sue migliori qualità: quella di non essere prigioniero di uno schema, ma di avere l’intuizione e il coraggio di mutare pelle a seconda delle situazioni: una dote che lo avvicina a Mondonico, peraltro insuperabile da questo punto di vista. Sul piano tattico, il Caremi frangiflutti davanti alla linea dei difensori è una delle più belle scoperte di questa prima parte di stagione: squadra potenziata e giocatore rimotivato. Il Gabionetta inventore sulla trequarti, invece, è un bel regalo che Madonna si è trovato in casa. Che il Babbo Natale autore di questo regalo si celi sotto le spoglie di Andreoletti, oppure Valoti, oppure Bignotti poco importa: importante che con la sua slitta abbia portato a Bergamo questo talento ancora tutto da scoprire.

Questo sito web utilizza cookie per gestire, migliorare e personalizzare la tua esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni su come utilizziamo i cookie e su come rimuoverli, consulta la nostra politica sui cookie. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.