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Società

L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni

Tre punti nella doppia, temutissima trasferta Bari-Brescia rappresentano un bottino che va oltre le previsioni. Dunque, anche se rode il fegato il punto lasciato in quel modo a Brescia, ci si può ritenere soddisfatti, sia in rapporto alla classifca, sia per quanto riguarda l’atteggiamento e la maturità dimostrati nella sfortunata partita di sabato. Della quale invitiamo a prendere atto il buono che si è visto. L’AlbinoLeffe se l’è giocata alla pari con una delle squadre più forti della serie B, costruita per centrare la promozione, e già questo è un notevole titolo di merito. Scendendo nei dettagli, segnaliamo gli aspetti che più ci sono piaciuti:a) la creatività dell’allenatore che, come abbiamo più volte ricordato, non è prigioniero di un solo modo di giocare ma, al contrario, è bravo e sveglio nell’adattare il modulo alle esigenze imposte dalle circostanze: nel caso specifico la difesa a tre (o a cinque, è lo stesso concetto) per fronteggiare un attacco con due punte centrali;b) l’adattabilità dei giocatori a rispettare tatticamente mansioni diverse: esempi tipici Laner (da esterno a interno di centrocampo), Renzetti (da esterno difensivo a esterno offensivo) e gli stessi Caremi e Gabionetta;c) l’autorevolezza con cui si è accettato di battersi alla pari, perdipiù fuori casa, contro un avversario ricco di giocatori qualitativamente superiori: questa è maturità;d) la prontezza e la capacità dei giocatori chiamati raramente in causa di inserirsi nel telaio senza scomopensi di rendimento: segno evidente che in allenamento si lavora con grande concentrazione e applicazione.Certo, c’è anche qualcosa che ci è piaciuto di meno e qualcosa che non ci è piaciuto affatto. Un aspetto che ha convinto poco è stata l’incapacità di alzare il ritmo nel secondo tempo, anche se l’alibi del fondo appesantito non è sicuramente campato per aria e ha avuto la sua incidenza. Non c’è piaciuta per nente, invece, la sceneggiata sul cambio-non cambio del portiere, rispetto alla quale non ce la sentiamo di dare tutte le colpe a Coser. Il quale, se si è levato due volte la tuta, non l’ha fatto certamente perché aveva caldo: qualcuno glielo avrà pur ordinato! La reazione del ragazzo è stata sicuramente scomposta e ha fatto fare all’AlbnoLeffe una brutta figura davanti a decine di migliaia di spettatori, perché ormai con la tv non ci si salva: ti costruiscono un teorema su un battito di ciglia, figurati su una litania di vaffanculo urlata all’universo mondo. Però Coser va capito, se non proprio giustificato. Ad agosto era il portiere titolare, poi si era fatto male e la sua riserva, Narciso, era stata acquistata tre giorni prima della chiusura del mercato per tappare la voragine. A novembre Coser, completamente ristabilito, era rientrato nella partita col Mantova a seguito della squalifica di Narciso. Ecco, a nostro giudizio è stato commesso un errore nel non confermarlo nelle partite successive, perché nel momento in cui è stato nuovamente dirottato in panchina, il ragazzo si è sentito sprofondare nella mancanza di fiducia: con quella scelta gli è stato detto a chiare lettere che il titolare era Narciso. Il resto è stato tutto una conseguenza, comprese l’esplosione di Brescia: mettetevi nei suoi panni.

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