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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società
di Cesare Malnati

Importante il punto recuperato ieri sera nel finaledall’AlbinoLeffe, quando ormai, sullo 0-2, ben pochi ci speravano. Importanteperché, perdendo in casa col Frosinone (seconda sconfitta consecutiva), sisarebbe finiti nel casino (licenza poetica). Invece così si può far mentelocale e ripartire, assorbendo un paio di riflessioni offerte dall’andamentodella gara. Il risultato è sostanzialmente giusto, in quanto gli ospiti lazialistavano ancora in doppio vantaggio al 28’ della ripresa senza rubare nulla. Il rigorerealizzato da Dedic allo scadere del primo tempo era stato accompagnatodall’unica palla-gol di tutta la frazione, fallita al 23’ da Antonazzo, conl’AlbinoLeffe (infortunatosi Cristiano, sostituito da Ferrari, con cambio dimodulo) inefficace. Dopo l’intervallo, raddoppio proprio d’Antonazzo (malucciopure Coser), col canovaccio della gara immutato, sicchè in tribuna non restavache grattarsi la testa in segno d’impotenza. La svolta al 21’. Renzetti zoppicante se neva, surrogato da Cellini, mentre dall’altra parte abbandona il capitano dilungo corso nonché guida spirituale Scarlato (Giubilato). Fatto sta che il pesooffensivo della squadra di Madonna, che aveva cominciato col solo Ruopolo,aggiungendosi anche Cellini oltre al già subentrato Ferrari, aumentafortemente. Sarà stato perché pure gli avversari – improvvisamente spaventati -sono calati, s’è visto subito un altro fervore nell’area del Frosinone. ERuopolo ha dimezzato. Poi dentro pure Sau, altro attaccante, per il rientranteCarobbio, con pareggio incorporato (Caremi). Per assegnare un voto allaprestazione bisogna ricorrere alla media, essendo viste cose diverse in basealla formazione in campo: cinque senza Cellini, sei e mezzo con Cellini (ma nonin virtù della prova di Cellini, bensì perché è cambiato tatticamente ementalmente il match).

Veniamo alle riflessioni. Nel primo tempo, l’AlbinoLeffe hapreso assolutamente troppe ripartenze (la prima volta, un quattro controquattro micidiale). Strano, perché non si può dire che non si sia presentatacon un centrocampo folto (4-1-4-1). Qui c’entra qualcosa l’ottima prestazione,soprattutto sul piano della corsa e della copertura dell’intero terreno, daparte dei laziali. Inoltre non può essere un caso che la squadra si sia fattavalere allorché s’è decisa a entrare nell’area avversaria. Concordando moltocon quanti sostengono che una bravura di Madonna sta nel non fossilizzarsi suun modulo, pregasi approfondire pure – a seconda delle situazioni – il 4-3-1-2esibito nella fase conclusiva (Madonna-Gervasoni-Conteh-Garlini;Laner-Caremi-Carobbio;Cellini;Ferrari-Ruopolo). 

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