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L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni

Non si può dare torto a Madonna quando sostiene che uno dei problemi maggiori dell’AlbinoLeffe è la difficoltà ad andare in gol. Basta dare un’occhiata ai numeri per convincersene: 19 reti in 20 partite rappresentano un rapporto fra i più bassi della serie B. Le nove squadre che stanno davanti in classifica hanno fatto tutte meglio. E meglio - o comunque non peggio - hanno fatto otto delle squadre che stanno dietro. Per essere chiari: meno dell’AlbinoLeffe hanno segnato soltanto Piacenza, Cittadella, Ascoli e Salernitana. Grazie al cielo, quanto a gol subiti la nostra è la quinta miglior difesa del campionato e questo legittima la posizione in classifica, che è da giudicare sodisfacente. Il linguaggio dei numeri è ancor più eloquente se raffrontiamo la situazione a quella della passata stagione dopo 20 giornate: a fronte di un dato sostanzialmente analogo in fatto di gol subiti (18 rispetto ai 19 attuali), c’è un deficit macroscopico per quanto riguarda quelli segnati, che erano 31. Relativamente ai singoli, Cellini ne aveva realizzati 13 (contro lo zero attuale, giustificato quasi totalmente dal fatto di avere giocato poco), Ruopolo 6 (oggi 4), Cristiano 4 (0), mentre il solo Carobbio è nettamente in vantaggio rispetto a un anno fa: cinque centri, senza il beneficio di alcun calcio di rigore, contro i due di fine andata 2007-08. Eloquente, in riferimento al basso profilo dell’attuale campionato, il riscontro globale fra le classifiche: con i 38 punti che vantava alla 20a giornata del campionato passato (quinto posto alle spalle di Bologna, Pisa, Chievo e Lecce), oggi l’AlbinoLeffe guarderebbe la concorrenza dall’alto in basso, con tre lunghezze di vantaggio sul Livorno e sei sulla prima delle escluse dall’area playoff. Naturalmente, sarebbe semplicistico e anche fuorviante ridurre soltanto a questi dati l’esame della situazione. In realtà l’AlbinoLeffe sta pagando qualcosa - non molto, ma qualcosa sì - anche sul piano del gioco. Il possesso palla è meno autorevole, la proprietà di palleggio più approssimativa, l’intelligenza tattica di Del Prato insostituibile: insomma, c’è un concorso di fattori che legittimano e rendono sostanzialmente oggettivo il decimo posto. Dal quale, tuttavia, si può risalire, perché è impensabile che Cellini e Ruopolo, adesso che possono finalmente ricominciare a giocare insieme, non tornino a esprimersi su livelli più accettabili. Se non proprio quelli, difficilmente ripetibili, di un anno fa, almeno una via di mezzo: basterebbe per garantire un girone di ritorno migliore della pur accettabile andata.

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