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Società

L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni


Il calcio non perde occasione per rivelarsi un gioco con la palla. Nel quale - come in tutti i giochi - la componente imprevedibilità si sovrappone spesso alla logica. Per vincere, insomma, non sempre basta essere più forti, bisogna anche che la ruota giri in un certo modo. Che l’AlbinoLeffe fosse più forte del Sassuolo, martedì sera, lo si era visto per un’ora e mezza intera. Tuttavia, da una serie infinita di attacchi in massa, a mo’ di assedio, era riuscito a cavare soltanto una filiera di calci d’angolo: dieci contro nessuno del suo imbolsito avversario. Il quale, sempre più rintanato davanti alla propria area, stava attuando la più rinunciataria delle tattiche difensive. Eppure, il gol dell’AlbinoLeffe non è venuto a coronamento di uno dei tanti attacchi portati a pieno organico: dieci giocatori all’assalto, centrali difensivi compresi. Il gol salvavita, sembra un paradosso, scaturisce dal più classico dei contropiedi, lasciatecelo chiamare col suo nome, non con quello edulcorato di ripartenza, che tanto va di moda oggi fra gli omologati puristi del lessico. Carobbio, spalle alla porta sulla riga del centrocampo, si gira di scatto e lancia di prima Cellini, pronto nell’intuizione: la vipera si fionda in verticale, approfitta del fatto che la difesa del Sassuolo si apre come le acque del Mar Rosso, punta la linea dell’area e appena la vede fa partire la sua mortifera sassata, come ai beni tempi. Dopo una gestazione di nove mesi - dal 17 maggio 2008 al 17 febbraio 2009 - Cellini partorisce dunque un gol e questa è la seconda bella notizia della settimana, dopo quella del ritorno al successo dell’AlbinoLeffe. Un successo che più meritato non sarebbe potuto essere e che premia una serie di belle qualità: gioco, condizione atletica, convinzione, determinazione, cattiveria agonistica. Premia inoltre il lavoro e, in questo caso, anche l’intuizione strategica di Madonna, bravo a leggere la partita e a operare le sostituzioni giuste al momento giusto. L’ingresso di Gabionetta, al posto di un Nicola comunque positivo, era quello che ci voleva in quel frangente. Bisognava dare un’iniezione di brio, velocità, imprevedibilità, magari a scapito degli stessi equilibri tattici, sicuramente meglio garantiti dalla presenza di Madonnino. Non sappiamo se sia stata questa la mossa che ha fatto crollare al tappeto un Sassuolo ormai barcollante: sicuramente da lì in avanti si è vista una squadra rivitalizzata, capace di ripartire e ravvivare un ritmo che si stava fatalmente affievolendo a causa della stanchezza. Una squadra che, adesso, sa di poter firmare imprese doc: come quella col Parma all’andata, oppure come il blitz di Bari. E sa anche che da martedì è tornato Cellini, quello vero.

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