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Società

Chi la dura la vince

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C'era una volta uno dei più bravi orefici della Terra. I suoi genitori aspettavano una figlia, invece nacque lui. Fu chiamato Benvenuto, Benvenuto Cellini. Con un nome così, difficile considerarsi poco amato. Comunque, questo Cellini ebbe una vita avventurosa, piena di difficoltà. Un po' se le cercava, bisogna dirlo, ma tante volte non era proprio colpa sua. Ogni tanto ne combinava qualcuna giusta, eppure c'era sempre qualche potente pronto a rendere vano ogni suo sforzo. Potenti senza fischietto, perché a quei tempi non si usava, ma di potere ne avevano in quantità industriale. E non si poteva fare nulla. Niente di personale, ovviamente, però...C'erano annate particolarmente floride, durante le quali le opere venivano fuori "da sole". Tutto facile. Altre difficili, osteggiate dai nemici e dalla sfortuna. Ci fece il callo, Benvenuto.  Durante la sua lunga carriera, realizzò grandi capolavori. Niente di enorme, di mastodontico. Niente basiliche, piazze, palazzi, tele smisurate. Era uno che lavorava di cesello, lui. Piccoli tocchi, veloci, precisi. Nel piazzale degli Uffizi, un suo ritratto chiude la serie dei fiorentini illustri. Marco non chiede altrettanto, immaginiamo, anche perché a suon di gol non si entra nel museo fiorentino. Nel cuore dei tifosi dell'AlbinoLeffe, però sì, soprattutto adesso che Benvenuto, pardon Marco, è tornato a segnare. Sperando che non gli vengano annullati i gol validi. Per poter dire, finalmente, bentornato Cellini.

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