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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società

di Cesare Malnati



A viso aperto, l’AlbinoLeffe ha rimediato – all’AtletiAzzurri d’Italia - quattro dolorosi schiaffoni dal Bari, oggi come oggi ilpadrone incontrastato della serie B. Sono fioriti dubbi se, affrontando unasquadra con due esterni alti di qualità come Kamata e Guberti e due puntealtrettanto (Barreto e Kutuzov), non sarebbe stato più opportuno schierare unlaterale sinistro e non Cisse e un centrocampista di maggior fisicità rispettoa Previtali. Poi però si scopre che Cisse, per esempio, è stato fra i migliori(ha pure colpito un palo, nella ripresa), sicchè queste critiche - ad opera dichi s’applica da allenatore dilettante e s’illude che la tattica sia in gradodi sovvertire i valori tecnici – lasciano il tempo che trovano. Del restomister Madonna se l’era posto il problema, ma l’ha risolto decidendo digiocarsi la partita: così avrebbe anche potuto vincere, qualora la gara sifosse messa bene, mentre, se si fosse messo dietro, poteva puntare al massimo aun punto, sapendo che prima o poi il Barreto di turno (doppiettista in 45minuti) avrebbe sbloccato il risultato. Va detto piuttosto che qualcheprestazione individuale non è stata all’altezza della situazione: un nome pertutti, quello di capitan Carobbio. Subito all’inizio si capisce che il Bari ètanto svelto nelle ripartenze: fondamentale il contributo dei due interni Dondae Gazzi. Infatti, al primo sbilanciamento dell’AlbinoLeffe, i pugliesi – contutti questi giocatori propensi all’uno contro uno - vanno in vantaggio (17’) con una velocissima azionemanovrata che mette quel diavolo di Barreto davanti alla porta. La Celeste reagisce conrazionalità e calma, ma prende un altro paio di contropiedi causati daindecisioni a centrocampo. Tuttavia al 36’ Cellini, sfruttando con la sua solitàrapidità, gli sviluppi di una punizione, pareggia. Ma – palla al centro – ilBari torna davanti con un’altra magìa di Barreto, che, nello stretto, fregachiunque. Ecco il momento decisivo della partita, perché il contraccolpo per iseriani non può che essere mortifero. Nell’intervallo l’iradiddio Barreto restanegli spogliatoi e il tecnico pugliese Conte mette Bianco, varando un 4-3-3 (inpossesso palla), ma l’AlbinoLeffe ci prova senza più averci, forse, la testa.La panchina tenta il tutto per tutto, mettendosi a quattro davanti –Ruopolo,Cellini,Ferrari (per Laner),Cisse -, ma il Bari possiede tantasicurezza che solo il tridente Messi-Drogba-Rooney sarebbe in grado dipreoccuparlo. Anche qui facili critiche, per l’eccessivo sbilanciamento, maperdere di misura o per 4-1 è la stessa cosa. Basta così. Sabato prossimo ilBrescia avversario diretto (ieri 0-0 in casa col Mantova) pare interlocutore alla portata.

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