L'opinione
- Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni
Consapevoli di essere in minoranza, stiamo dalla parte di Madonna. E ribadiamo quanto abbiamo scritto a botta calda sulle colonne de L’Eco di Bergamo: il tecnico ha fatto bene a scegliere di giocarsela alla pari contro il fortissimo Bari, che in tempi non sospetti (settembre 2008) avevamo indicato come sicuro promosso in un sondaggio apparso su questo stesso sito. Ha fatto bene perché non sarebbe andata diversamente nemmeno se avesse scelto la strada opposta (difesa a oltranza) oppure una ibrida coluzione intermedia. Magari non con tre gol di scarto, ma si sarebbe perso comunque. Manca la controprova, dirà qualcuno. E’ vero, ma le controprove del Bari sono leggibili attraverso i risultati ottenuti nelle ultime 20 partite, una sola delle quali l’ha visto battuto (0-2 interno col Parma). La realtà è che la capolista è una squadra forte, omogenea, ben costruita, ben guidata, ricca di giocatori di livello superiore, bravi sia a interpretare il collettivo sia nell’uno contro uno. Insomma, appartiene a un altro pianeta, non soltanto rispetto all’AlbinoLeffe. Scegliendo di fronteggiarla alla pari, Madonna ha anzitutto trasmesso un messaggio di fiducia ai suoi giocatori, i quali sono andati ripetutamente a un pelo dal secondo gol, quando il risultato era ancora sull’1-2. Ma Gillet ha compiuto un paio di parate decisive, il paletto l’ha aiutato sulla conclusione di Cissé, un fallo di mestiere di Stellini ha sbilanciato Carobbio nel momento in cui SuperPippo, smarcato in verticale, stava calciando a rete a botta sicura col suo sinistro che da quella posizione fa pochi sconti. Insomma, le possibilità di segnare ci sono state, belle e consistenti, grazie proprio alla mentalità aperta con cui Mindo ha impostato, affrontato e gestito la partita. E’ andata male, pazienza! Ma era l’unica maniera per non subire passivamente una superiorità che si sarebbe comunque concretizzata. E adesso, sotto col Brescia, che è forte la sua parte, ma non come l’imbattibile Bari.
Consapevoli di essere in minoranza, stiamo dalla parte di Madonna. E ribadiamo quanto abbiamo scritto a botta calda sulle colonne de L’Eco di Bergamo: il tecnico ha fatto bene a scegliere di giocarsela alla pari contro il fortissimo Bari, che in tempi non sospetti (settembre 2008) avevamo indicato come sicuro promosso in un sondaggio apparso su questo stesso sito. Ha fatto bene perché non sarebbe andata diversamente nemmeno se avesse scelto la strada opposta (difesa a oltranza) oppure una ibrida coluzione intermedia. Magari non con tre gol di scarto, ma si sarebbe perso comunque. Manca la controprova, dirà qualcuno. E’ vero, ma le controprove del Bari sono leggibili attraverso i risultati ottenuti nelle ultime 20 partite, una sola delle quali l’ha visto battuto (0-2 interno col Parma). La realtà è che la capolista è una squadra forte, omogenea, ben costruita, ben guidata, ricca di giocatori di livello superiore, bravi sia a interpretare il collettivo sia nell’uno contro uno. Insomma, appartiene a un altro pianeta, non soltanto rispetto all’AlbinoLeffe. Scegliendo di fronteggiarla alla pari, Madonna ha anzitutto trasmesso un messaggio di fiducia ai suoi giocatori, i quali sono andati ripetutamente a un pelo dal secondo gol, quando il risultato era ancora sull’1-2. Ma Gillet ha compiuto un paio di parate decisive, il paletto l’ha aiutato sulla conclusione di Cissé, un fallo di mestiere di Stellini ha sbilanciato Carobbio nel momento in cui SuperPippo, smarcato in verticale, stava calciando a rete a botta sicura col suo sinistro che da quella posizione fa pochi sconti. Insomma, le possibilità di segnare ci sono state, belle e consistenti, grazie proprio alla mentalità aperta con cui Mindo ha impostato, affrontato e gestito la partita. E’ andata male, pazienza! Ma era l’unica maniera per non subire passivamente una superiorità che si sarebbe comunque concretizzata. E adesso, sotto col Brescia, che è forte la sua parte, ma non come l’imbattibile Bari.
