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Società

La pulce nell'orecchio

di Cesare Malnati



Pareggio (1-1), che sta largoall’AlbinoLeffe e stretto al Brescia. Fra le due squadre ieri la più forte nonera certo la Celestee questa valutazione va subito affermata con chiarezza, anche se è vero che iseriani, andati presto in vantaggio (16’) con un bel gol del solito Ruopolo,avrebbero potuto addirittura raddoppiare a inizio ripresa su una ripartenza diGarlini, in fuga pressoché solitaria: e allora, sul 2-0, non si sa. Comunque,se serviva un’ulteriore dimostrazione di quanto il calcio sia irrazionale e isuoi risultati legati agli episodi, eccola qui, perché invece a lungo c’è statoda domandarsi che cosa aspettava il Brescia, all’inseguimento del terzo postoin classifica, a segnare. Missione compiuta solo al 19’ del secondo tempo, con l’exPossanzini, dopo almeno cinque nitide palle-gol non concretizzate dai variRispoli, Possanzini stesso, Nassi, Taddei, col contributo speciale di un grandeCoser. Dall’altra parte, per un’ora, una squadra assolutamente incapace diripartire, con la classica metà campo da vendere, inutilmente presidiata daCellini e Ruopolo, i cui collegamenti con i compagni erano interrotti senzapossibilità di rimedio per l’assenza di soluzioni alternative in panchina. Cheè successo? Mister Madonna era stato costretto ad allestire una formazionesenza esterni di ruolo, a causa dell’indisponibilità contemporanea di suofiglio Nicola (in panchina, ma abile al massimo per una mezz’oretta), Laner,Gabionetta e Cristiano. Sicchè s’era ritenuto di cambiar modulo e – schierandoqualcuno fuori ruolo - mettersi specularmene rispetto al Brescia con tredifensori centrali (Perico, Maino e Gervasoni), Caremi davanti a loro, quattroin linea a centrocampo (Garlini, Previtali, Carobbio e Renzetti), più Cellini eRuopolo. Difficile obiettivamente individuare altre soluzioni, tenuto contodella forza dell’avversario, ma di modifiche così sostanziali non si può nonrisentire, così come diventa incerto il rendimento di giocatori sballottati dauna posizione all’altra. A pareggio conseguito, c’erano tutti gli elementiaffinché il Brescia conquistasse i tre punti per distanziare definitivamente ingraduatoria l’AlbinoLeffe, invece la squadra di Nedo Sonetti, che aveva anchespeso molto, ha dato l’impressione di accontentarsi, pur avendo avuto un altro paiod’occasioni (Okaka, Possanzini). Merito pure dei biancocelesti, che nonvolevano affatto alzare bandiera bianca e pertanto hanno tirato fuori tantoorgoglio, riuscendo nella fase finale a controbattere con qualche azione,guidati non più da Ruopolo, esausto, ma dal suo sostituto Cisse, la cui potenzanon s’era potuta usare prima proprio a causa delle assenze, per una questioned’equilibrio fra i reparti. Giudizio conclusivo: sarebbe ingiusto muoverecritiche, bisogna al contrario radunare le energie per lo sprint finale verso iplay-off, che non può dirsi completamente compromesso.  

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