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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società
di Cesare Malnati


Niente da fare. Al Frosinone sono bastate un paiod’accelerazioni per mettere in difficoltà la retroguardia dell’AlbinoLeffe. Iciociari c’hanno provato una prima volta poco dopo la mezz’ora del primo tempo,creando due o tre palle-gol nitide in rapida successione. Al secondo assalto, ainizio della ripresa, Dedic, su azione impostata da D’Antoni e proseguita daAntonazzo sulla fascia destra (zona del campo ieri fonte di molti guai per iseriani), ha realizzato l’1-0, raddoppiato durante il recupero dall’austriacoElsneg, appena entrato. Pur disputando una gara volonterosa, l’AlbinoLeffe haconfermato la sua fragilità congenita in trasferta, dove – se è vero che haanche offerto buone prove – è giunta all’ottava sconfitta: quando è aggreditacon veemenza la squadra tende a disunirsi. Eppure la Celeste era scesa nelLazio con la ferma intenzione d’alimentare le speranze di qualificazione aiplay off vincendo. E dopo la canonica fase di studio s’era proiettata in avantiottenendo un paio di punizioni dal limite, qualche corner, una palla-gol conGarlini (schierato quarto centrocampista a sinistra), ma calandosuccessivamente al punto da lasciar spazio alla sfuriata dei padroni di casaprecedente l’intervallo. Subito dopo il riposo, ancora avanti l’AlbinoLeffe, determinata,con palla-gol di Gervasoni, ma era troppo presto per sbilanciarsi e infatti ilFrosinone ne ha presto approfittato per trovare spazio e affondare laripartenza decisiva. Di benzina, nel serbatoio biancoceleste, non dovevaessercene più molta, in quanto la reazione non è stata apprezzabile, nonostantegli ingressi di Cristiano, Gabionetta e Esposito (debuttante) per Madonna jr,Garlini e Cellini. Il caldo – pomeriggio pressoché estivo – ha certamenteinciso, sicchè s’è presto capito che pure pareggiare sarebbe diventataun’impresa: così è stato. La partita, del resto, si presentava complicata inpartenza, soprattutto per la posizione in classifica del Frosinone, che è unadiscreta formazione ma aveva bisogno di far punti per sfuggire alla zona retrocessione.A questo punto, al nono posto in gradutatoria a quattro punti dalla sesta (ilSassuolo), la matematica non emette per l’AlbinoLeffe un verdetto di condanna,ma il buon senso sì. L’importante era comunque di tentar di bissare l’impresadell’anno passato (partecipazione alla fase finale) e quest’obiettivo è statoperseguito con convinzione. Non è ancora tempo di bilanci, ma si può già direche la stagione, anche se non straordinaria, va giudicata positivamente,sebbene nello sport non sia giusto limitare le proprie mire con ambizioni disecondo piano come il raggiungimento della salvezza anticipata (la serenitàagonistica è incompatibile con i risultati) oppure il lancio dei giovani.

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