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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società
di Cesare Malnati


Il secondo tempo solo all'apparenza leggermente meno male del primo, l'AlbinoLeffe sconfitto in casa dall'Ancona (1-3) è stato un disastro. Pochissimo da salvare. Praticamente solo l'esordio di Grossi. Costui, entrato in campo al 15' per l'infortunato Laner, pare un esterno dall'andatura a onde, dotato di un uno contro uno potenzialmente vincente. Perchè nessuna pietà nemmeno per la ripresa, in cui Ruopolo, al 12', ha pure colpito il palo del possibile 2-3 che avrebbe riaperto la gara? Proprio per questo. La squadra di Madonna, invece d'insistere, s'è fermata offrendo la netta sensazione di non credere a se stessa. Questo comportamento va considerato d'estrema gravità e conferma i sospetti emersi nelle altre due esibizioni di campionato (pari col Vicenza e sconfitta a Cittadella), con quelle prestazioni fragili. Non essendo un problema nè di condizione nè di qualità, la Celeste è ammalata laddove è più difficile guarire, cioè nella testa. L'ha detto chiaro del resto, alla fine, uno dei suoi interpreti più onesti, cioè Cellini. E non sono certo lui e Ruopolo, come si potrebbe immaginare, i due sofferenti più gravi, tutt'altro se pensiamo che la coppia, almeno, il gol della bandiera l'ha fabbricato con un brillante scambio che, al 25', ha portato il toscano al tiro buono. Quando si dice della testa, ci si riferisce alle motivazioni che in questa squadra oggi non ci sono più, nella convinzione di volere il risultato. Detto rapidamente del secondo tempo, prima dell'intervallo s'era assistito a una specie di "Scherzi a parte", non potendosi definire diversamente una sceneggiata con tre gol al passivo, comprensiva di altrettante occasionissime per gli avversari e di fuori programma con tanto di portiere Branduani in uscita fino a centrocampo (e meno male, altrimenti erano quattro!). Che diavolo sia accaduto, non è dato sapere, ma il fuorigioco non scattava mai, sicchè due in grande sintonia come Colacone (la terza rete) e capitan Mastronunzio (doppietta iniziale) non credevano ai propri occhi trovandosi davanti al portiere tante volte quante capitano loro in tutto un campionato. Tuttavia attribuire ogni responsabilità ai componenti della retroguardia, e segnatamente a quello apparso più in difficoltà, cioè Bergamelli, pare assai superficiale. La verità è che l'Ancona ha stradominato a centrocampo, dove De Falco e Catinali hanno sempre avuto tutto il tempo di prendere palla, mettersi all'ordine per bene e verticalizzare puntualmente per i due bomber. Per quale motivo? I due competitori biancocelesti, Previtali e Geroni, non hanno retto. Se n'è accorto Madonna, tant'è vero che ha poi cambiato modulo, inserendo davanti alla difesa l'altro nuovo acquisto Passoni, mossa peraltro spiegata nel dopo-gara diversamente, ossia con l'opportunità di non lasciare Sala e Bergamelli soli nella contrapposizione con Colacone e Mastronunzio.  Ma in realtà, arrivando la palla da quelle parti, i guai s'erano già innescati e Passoni, pur non ancora in condizione, è servito, se è vero, che dopo un paio di affondo, i marchigiani non si sono più resi pericolosi. In  conclusione, archiviato con un quattro l'obbrobriosa prestazione, il tecnico sta di fronte a una formazione che deve darsi un nuovo assetto e rinnovarsi mentalmente, tenendo ben in testa che la qualità non manca affatto e che questa è una stagione da aggredire e non da subire.

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