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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società

di Cesare Malnati



Pareva che nemmeno stavolta ne esistessero i presupposti, invece l'AlbinoLeffe ha finalmente espugnato il proprio campo dopo mesi d'astinenza battendo nel finale il Gallipoli. Due a zero, addirittura, il risultato. La chiave l'ha trovata Sala al 32' s.t. non a suggello di un'azione ma - come spesso avviene in questi casi disperati - su corner col solito colpo di testa, miracolosa prerogativa di quasi tutti i moderni centraloni di difesa del mondo. Poi, a tempo regolamentare scaduto, ha chiuso il conto - dopo pregevole manovra, al contrario, come se, rotto l'incantesimo, il gioco potesse sgorgare liberamente - il neoentrato Foglio. Vittoria davvero provvidenziale, dunque, in quanto affranca la Celeste da una specie d'ossessione, appalesatasi chiara ed evidente durante la gara. Sicchè ne è venuta fuori una prestazione faticosa, che ha partorito un successo anche meritato, ma solo per la serietà e la tenacia messe in campo contro pugliesi inavvertitamente appagati dal "colpo" a Brescia di marted' scorso, che, dopo aver mancato un'occasione al 19' con Di Gennaro, non sono più stati pericolosi. Peraltro mettiamoci pure, da parte dell'AlbinoLeffe, una tenuta difensiva priva d'errori, com'era d'obbligo attendersi viste le amnesie del passato. Alla palla-gol di Di Gennaro s'era comunque risposto con una traversa d'esterno destro di Laner e una complessiva prealenza territoriale, che stava venendo meno quando Sala ha tolto le castagne dal fuoco, mentre mormorii di disappunto cominciavano a diffondersi fra il paziente pubblico (e chissà Erasmo ....). In realtà, finchè c'è stata lucidità, l'AlbinoLeffe ha dato l'impressione d'essere una certa squadra dalle parti di Cellini e Ruopolo, col supporto di Cisse, e un'altra cosa nei rimanenti settori del campo. Lungi da noi una classifica di bravura, tuttavia questa sensazione dovrebbe confermare che vanno individuate soluzioni alternative circa l'assetto della formazione, che - si capisce benissimo - non è semplice da modificare per tanti motivi che Mondonico conosce benissimo e che è inutile star qui a spiegare. Però, gira e rigira, il centrocampo è il reparto nevralgico: ebbene, possiamo sostenere che, così strutturato, funziona? Insomma non è che, schierando Passoni, sarebbe meglio andare incontro alle sue caratteristiche naturali allestendo un centrocampo a tre (o a cinque)? L'altro problema facilmente riscontrabile è che la squadra opera impaurita. Magari adesso, accolti a braccia aperte i tre punti, speriamo che la musica cambi. Intanto bisogna smetterla di spargere angoscia continuando a parlare di fondo della classifica, scontri salvezza e grevità del genere. A questo punto della stagione non esistono nè scontri salvezza nè scontri promozione e, a marzo-aprile, la classifica chissà come sarà. Questo esercizio di cupo realismo, nefasto invasore della realtà bergamasca a svariati livelli, non fa che aumentare l'ansia di un organico che deve - e si sottolinea deve - dare assolutamente di più.

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