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Società

L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni


Cominciamo il consueto appuntamento settimanale ribadendo lo stesso concetto con cui avevamo introdotto il pezzo di due settimane fa: una cosa alla volta. L’altra volta avevamo parlato della tenuta difensiva che, tutto sommato, salvo la parentesi della scoppola di Brescia, sta mostrando progressi confortanti. Adesso prendiamo atto di un secondo traguardo finalmente tagliato: quello della prima vittoria in casa, attesa da oltre sei mesi. È una piccola cosa, ma tante piccole cose messe insieme possono fare una cosa, se non grossa, almeno di dimensioni accettabili. Dunque, accontentiamoci di quanto ha fruttato l’incontro col Gallipoli, senza peraltro chiudere gli occhi su quella interminabile ora di gioco nella quale si era visto poco e l’AlbinoLeffe aveva trepestato un calcetto poco efficace e ancor meno ispirato.

Del resto, in un centrocampo che, via via col passare degli anni, ha perso per strada un Del Prato, un Carobbio, un Bonazzi, un Raimondi e non può ancora disporre di Poloni, si fa fatica a vedere chi possa accendere l’interruttore per qualche giocata appena poco più che prevedibile. Oltretutto, Previtali e Passoni, giocando entrambi bassi e molto vicini, finiscono per diventare uno il doppione dell’altro. Sposiamo l’ipotesi avanzata dal collega Malnati nella sua apprezzata rubrica «La pulce nell’orecchio», che muove dalla constatazione che in un centrocampo a quattro, fra Previtali e Passoni uno dei due è di troppo: meglio sarebbe, a questo punto, passare a cinque con Passoni più basso, Laner e Previtali interni e, a correre sulle fasce, due fra Perico, Garlini, Grossi e Foglio. Ci sarebbe anche una maggiore disponibilità di cambi.
Ma questi non sono problemi nostri, grazie al cielo. Unicuique suum.

E Mondonico sa benissimo quello che è meglio per la squadra, avendo anche il polso della situazione, visto che i giocatori li vede sul campo ogni giorno. E poi, non dimentichiamo che i moduli hanno sì una loro importanza, ma quello che conta maggiormente è l’atteggiamento di chi va in campo. Contro il Gallipoli l’atteggiamento è stato lodevole, perché ci si è creduto fino in fondo. Avanti così, adesso, anche a Cesena e Grosseto: con qualcosa nel borsone, anche poco, dalle due trasferte è necessario tornare.

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