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Società

Poloni: “Pronto per la nuova avventura”


Dodici anni in maglia seriana, l’unico giocatore ad esserci findal primo giorno di vita del sodalizio bluceleste che proprio domenica contro la Reggina, in quella che èdiventata l’ultima gara tra i “prof”, ha tagliato il traguardo delle 500partite in carriera. Ed in un attimo ecco la scelta di appendere scarpette al fatidicochiodo per entrare nello staff tecnico: è il "Mirco Poloni-bis" il primo tassellodell’AlbinoLeffe 2010-2011.

Quattro giorni fa eri in campo a Reggio, ora sarebbe megliochiamarti mister?

No, va benissimo collaboratore tecnico… Scherzi a parte èsuccesso tutto davvero in fretta, domenica ho incontrato il presidente eabbiamo pensato che questa strada potesse essere la migliore da intraprendere.Mi è stato proposto un nuovo progetto nel quale affiancherò Bruniera mentre perla seconda parte del mio lavoro devo ancora parlare con Mondonico per definirei dettagli.

Prime sensazioni?

Non ero più in grado di calcare il terreno di gioco. Nellamia carriera non ho mai subito infortuni, se proprio doveva capitarmene uno di portatasimile meglio sia arrivato sul finire. Certo, restare al 100% avrebbesignificato proseguire per almeno altri 3-4 anni perché ho ancora voglia edentusiasmo, lo stesso che adesso voglio mettere in questo nuovo ruolo

Cosa ti porterai sempre dentro di 12 anni di AlbinoLeffe?

Nel 1998 eravamo un punto di domanda per tutti e anche pernoi stessi, oggi siamo una certezza ma dobbiamo continuare sempre a dimostrare.Inoltre non essere mai retrocessi dopo aver raggiunto la B sette anni fa deve rappresentareun enorme motivo d’orgoglio anche perché nessuno, se non Triestina e Vicenza,può vantare una continuità del genere in categoria.

Le soddisfazioni?

Tante, dalla promozione in C1 alla vittoria della Coppa Italia,dal passaggio in B fino alla sfida play-out con l’Avellino e alla serie Asfiorata due anni fa.

La partita indimenticabile?

AlbinoLeffe-Juventus 1-1, a pensarci mi vengono ancora i brividi. Trovarsial cospetto di giocatori come Buffon e Del Piero che tre mesi prima si eranolaureati campioni del mondo, passare in vantaggio con Joleson, vedere unostadio stracolmo con il tifo equamente diviso sono emozioni che nondimenticherò mai. Ricordo che ad un certo punto ho addirittura detto a DelPrato: “Ivan, ti rendi conto?  Stiamo vincendocontro la Juve”.

Hai un rimpianto?

Ho esordito con l’Atalanta molto giovane, ero una promessapoi però la società ha preferito farmi fare la classica gavetta quindi rispettoa tanti giovani ho dovuto faticare parecchio per tornare a certi livelli. Edanche sulla base di ciò dico sempre a tanti ragazzi sui 20 anni che un’opportunitàcome la serie B con l’AlbinoLeffe in quell’età va capitalizzata al meglio, comeavrei fatto io se ne avessi avuto l’occasione.  

 E Poloni ha iniziato nel vivaio nerazzurro ed ha militatonella Primavera guidata da un certo Cesare Prandelli che al termine delMondiale sarà il nuovo c.t. dell’Italia…

Purtroppo m ha allenato un solo anno ma quella squadra(stagione 1992/93) è stata la più forte della storia dell’Atalanta: su 18 giocatoriin rosa (tra i quali spiccavano i vari Morfeo, Locatelli, Tacchinardi ndr) sonodiventati tutti professionisti. Con il mister si lavorava divertendosi e i risultatine sono stati la logica conseguenza: si vedeva già allora che Prandelli avevala stoffa per diventare un grande, era già tutto scritto.

Un grazie va a chi?

A me stesso per la tenacia e la caparbietà con la quale hosempre affrontato la mia professione, all’AlbinoLeffe e ovviamente alpresidente Andreoletti.

 

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