aL Giovani – "Il curioso caso di Elena Rodolfi in bluceleste".
- Pubblicato in Società
Il calcio, si sa, è un mondo prettamente maschile. Ma all'interno della famiglia bluceleste ci sono ben tre figure femminili. Una di loro è la formatrice dei Pulcini C, insieme a Matteo Parma. Giovane, solare e molto preparata, oggi abbiamo ai nostri microfoni Elena Rodolfi.
Ciao Elena, sabato con i tuoi ragazzi avete giocato un'amichevole contro il Credaro. Come è andata?
"Riprendere gli allenamenti dopo le vacanze natalizie significa riacquistare piano piano il normale ritmo. Insieme ai bambini stiamo facendo un ripasso di tutti i concetti. In genere quello che chiediamo in allenamento, lo rivediamo anche in partita e proprio per questo stiamo facendo girare tutti i ragazzi per dare loro la possibilità di giocare".
Sei una delle poche figure femminili nella nostra Società. E una delle poche donne che allena nel calcio. Raccontaci che esperienza è per te, come donna.
"Questo è il mio quarto anno in bluceleste e qui ho sempre allenato i Pulcini C. Devo dire che mi trovo molto bene con tutti. Invece, al di fuori della Società, la figura femminile alla guida di una squadra di calcio è ancora oggi vista con un pizzico di scetticismo".
Oltre ad allenare, in passato hai anche giocato a calcio ad alti livelli. C'è un episodio particolare della tua carriera da giocatrice che ci vuoi raccontare?
"Ce ne sono diversi. Ricordo molto bene la prima finale di Coppa Italia che ho giocato a sedici anni. Ricordo la semifinale di Coppa Uefa a Cefalù contro lo Sparta Praga, con il rammarico di non aver potuto giocare la finale. Ricordo il gol contro la Lazio al "Flaminio" di Roma e la rete al "Bentegodi" contro il Milan".
Quali sono le soddisfazioni più grandi nella tua carriera da allenatrice?
"Inanzi tutto avere la possibilità di allenare in un settore giovanile professionistico. E questo grazie alle persone che hanno fin da subito creduto in me. Inoltre aver giocato, ancora quando allenavo la Romanese, le finali del Torneo Volkswagen a Coverciano, arrivando nelle prime quattro posizioni d'Italia. Gran parte di quel gruppo ha già esordito in Prima Squadra in promozione, eccellenza e serie D e nei settori giovanili professionistici".
Ciao Elena, sabato con i tuoi ragazzi avete giocato un'amichevole contro il Credaro. Come è andata?"Riprendere gli allenamenti dopo le vacanze natalizie significa riacquistare piano piano il normale ritmo. Insieme ai bambini stiamo facendo un ripasso di tutti i concetti. In genere quello che chiediamo in allenamento, lo rivediamo anche in partita e proprio per questo stiamo facendo girare tutti i ragazzi per dare loro la possibilità di giocare".
Sei una delle poche figure femminili nella nostra Società. E una delle poche donne che allena nel calcio. Raccontaci che esperienza è per te, come donna.
"Questo è il mio quarto anno in bluceleste e qui ho sempre allenato i Pulcini C. Devo dire che mi trovo molto bene con tutti. Invece, al di fuori della Società, la figura femminile alla guida di una squadra di calcio è ancora oggi vista con un pizzico di scetticismo".
Oltre ad allenare, in passato hai anche giocato a calcio ad alti livelli. C'è un episodio particolare della tua carriera da giocatrice che ci vuoi raccontare?
"Ce ne sono diversi. Ricordo molto bene la prima finale di Coppa Italia che ho giocato a sedici anni. Ricordo la semifinale di Coppa Uefa a Cefalù contro lo Sparta Praga, con il rammarico di non aver potuto giocare la finale. Ricordo il gol contro la Lazio al "Flaminio" di Roma e la rete al "Bentegodi" contro il Milan".
Quali sono le soddisfazioni più grandi nella tua carriera da allenatrice?
"Inanzi tutto avere la possibilità di allenare in un settore giovanile professionistico. E questo grazie alle persone che hanno fin da subito creduto in me. Inoltre aver giocato, ancora quando allenavo la Romanese, le finali del Torneo Volkswagen a Coverciano, arrivando nelle prime quattro posizioni d'Italia. Gran parte di quel gruppo ha già esordito in Prima Squadra in promozione, eccellenza e serie D e nei settori giovanili professionistici".
