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Società

Riflessioni blucelesti

  • Pubblicato in Società

di Marco Gaburro*



 La tigre ed il gatto selvatico

 

Da che mondo è mondo il derby èqualcosa che va oltre alle logiche normali del calcio e del suo entourage. Ilderby, scritto con l’articolo determinativo, in quanto può essere uno ed unosolo, suscita emozioni, attraverso una freccia trasversale che trafigge lemembra di tutte le persone che gravitano attorno ad una squadra, dalmassaggiatore al medico, dal mister ai collaboratori, dai calciatori aidirigenti, dal Presidente al custode del campo.

Una freccia soprattuttod’amore, per l’ambiente e per quello che si vive quotidianamente assieme, chesta alla base del lavoro, che è premessa delle proprie personali soddisfazioni,cha passano dai risultati sportivi ed arrivano al toccare con mano la crescitaquotidiana di un prodotto, la creazione di un qualche cosa che va oltre il quotidiano e siproietta prepotentemente nel tempo, sfidando l’orizzonte.

Derby è pelle d’oca,è sonno tolto la notte, è voglia di guardare negli occhi il proprio dirimpettaio,che per un terzino destro è l’ala sinistra, per un allenatore è il suo collega,per un tifoso è l’amico fianco a fianco che da troppi anni condivide tuttotranne i colori della squadra amata. Derby non può essere regionale, od’Italia. Derby è sempre e solo stracittadino. Torino-Juventus, Inter-Milan,Sampdoria-Genoa, Verona-ChievoVerona… AlbinoLeffe-Atalanta. Non conta lacategoria, sia essa di Pulcini o di Primavera. Non conta il periodo dell’anno ela competizione nella quale si svolge, siano esse Campionato o Coppa Italia,torneo amatoriale o amichevole estiva.

Il derby, scorre nelle vene deiprotagonisti e trova una naturale liberazione solo quando l’arbitro fischial’inizio della contesa. Solo li tutte le diversità che hanno caratterizzato letensioni della vigilia spariscono, si volatilizzano nel nulla e tutti iprotagonisti, il terzino, il mister e il tifoso, spalla a spalla si contendonoquel pallone con i piedi e con lo sguardo uniti dallo stesso sentimento che li haportati lì quel giorno.

Esistono però due tipicompletamente diversi di derby: Inter-Milan è una musica, Torino-Juventus ètutt’altra cosa. Perché ci sono i derby ad armi pari, titanici, come quellodella Madonnina ed i derby biblici, quelli che rievocano le gesta dei Davide controi Golia come quello della Mole vissuto in casa granata. Ecco,AlbinoLeffe-Atalanta è un derby biblico. Almeno per noi. E va vissuto con ilrispetto, l’attenzione, la devozione, l’amore, la predisposizione a soffrire,che solo la religione, più che la storia o la letteratura, possono indurre innoi protagonisti.

E che derby sia, quindi, partendo da queste premesse, sapendoche in queste gare, dove la classifica ed i valori in causa non contano,sapendo che si tratta di una gara a sé, conta una ed una sola cosa: l’usciredal campo a testa alta, guardando negli occhi i propri sostenitori, siano essiuno o centomila, siano genitori, parenti o curiosi. Sudore sarà, e con esso lavoglia di tenere lo sguardo alzato fino alla fine. Velasco li chiamava occhi dellatigre. Noi, molto più umilmente, li chiamiamo occhi del gatto selvatico. Piùpiccolo, meno nobile. Ma che sa graffiare.

 

* Allenatore Primavera AlbinoLeffe

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