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Prima Squadra

A tu per tu con il DS Giacchetta | "Si Sta lavorando duramente, c'è molta sintonia e stima con i ragazzi"

Alla vigilia del primo impegno amichevole della stagione (domani, h.17.00, a Serina contro il Monza) abbiamo interpellato il Direttore Sportivo seriano Simone Giacchetta, che ha commentato questo inizio di stagione, soffermandosi successivamente su diversi ed interessanti temi di attualità sportiva.

Direttore, domenica ci sarà il primo test amichevole, come ha visto la squadra in questi primi giorni di preparazione?

“Ho visto la squadra molto bene, ottimo affiatamento. I ragazzi sono intelligenti, professionisti, alcuni sono qua da tanti anni, si sta lavorando duramente con giocatori che stimiamo molto. In definitiva direi che il gruppo è decisamente coeso”.

Campagna acquisti improntata su giovani con esperienza in categoria, ci presenta i nuovi volti?

“Ci sono ragazzi nuovi piuttosto giovani, più il rientro di Mandelli. Sono due Under (Ruffini e Stefanelli entrambi classe 1997, ndr) con Pacciardi classe ‘95 che è un elemento di assoluto valore che purtroppo ha avuto poca fortuna l’anno passato causa grave infortunio ma che è voglioso e determinato a riscattare un’annata sfortunata. Devono fare un percorso tecnico e tattico. Per Mandelli, invece, è un discorso a parte: rientra in bluceleste con grande motivazione e voglia di mettersi in gioco, insieme a Nichetti rappresentano la validità del modello Albinoleffe”.

1819DireGiacchettaCome valuta la situazione del calcio italiano ed in particolare della Serie C visti i recenti fatti di cronaca sportiva?

“In Serie C c’è una difficoltà di sostegno per squadre e giocatori che sostanzialmente priva di certezze le società ogni anno. Si perdono pezzi costantemente. Alcuni non riescono, persino, ad iscriversi portando a situazioni gravi e drammatiche come, ad esempio, la perdita di posti di lavoro. È, altresì, logico che molto è dovuto al contesto socio-economico della Nazione; basti pensare che le medesime difficoltà si possono riscontrare anche in Serie A, dove il budget a disposizione è ben diverso dal nostro. La situazione della Serie B è identica a quella della nostra categoria".

Quali aspetti emergono maggiormente da questa situazione?

"Uno dei problemi è, ad esempio, la grave morte del mercato: le squadre non comprano più internamente, non si può più fare un mercato di sussistenza a questi livelli, ciò porterà all’inevitabile fallimento di molte società. Un tempo il mercato tra le leghe professionistiche era più vivo, c’erano continui scambi tra squadre di Serie A e le realtà minori, ora, purtroppo, si tende a privilegiare un altro tipo di mercato. L’Albinoleffe è un’isola felice in questo mare costantemente in tempesta, dove i ragazzi possono vantare un centro sportivo con ben sei campi da gioco. È un posto di privilegio, permette la crescita di tutti nel modo più sereno possibile. Far parte di questo club è un grosso valore che tutti i tesserati e i giocatori dovrebbero capire e valutare”.

Questo è il terzo anno consecutivo per Mister Alvini, è raro trovare un progetto di continuità così solido in realtà minori dove conta in modo ossessivo il risultato. Cosa ne pensa a riguardo?

“Alvini e tecnico molto preparato e ambizioso. Veniva da un esonero a Pistoia e l’Albinoleffe ha creduto in lui e nel suo progetto, un fatto raro nel calcio italiano. Se lui ha trovato spazio qua è perché ha dei valori che sono risultati essere in perfetta sintonia con quelli che la società cercava e che cerca tuttora e che sono stati confermati qui a Bergamo grazie al lavoro fatto in questi anni. Noi uomini di calcio, si sa, siamo chiamati a fare sempre risultati, quindi se ragioniamo in maniera completamente coesa sono sicuro che si possa fare un altro anno positivo. Ci tengo a ribadire un’ultima questione che mi sta particolarmente a cuore: non è importante solo la classifica numerica che tutti leggiamo sui giornali ma anche quelle del lavoro e della serietà lo sono e che, spesso e volentieri, vengono trascurate o messe in secondo piano”.

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