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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società
di Cesare Malnati


Pareggio casalingo con l'Ascoli (1-1) di non facile interpretazione perchè la partita è svoltata all'improvviso dopo una mezz'ora abbondante, come se l'AlbinoLeffe - in vantaggio al 18' con Cellini, mandato in porta da Cissè - si fosse stufata di prestare attenzione.
Dopo qualche avvisaglia all'apparenza insignificante, allo scadere del primo tempo segnava Antenucci, anticipando netto Serafini su cross dalla destra. E, al 9' della ripresa, sostituito nell'intervallo, per infortunio, Previtali con Geroni, ecco il secondo episodio determinante: espulso, "rosso" diretto, Perico a causa di un'entrata eccessivamente irruente. Sicchè - obbligatoria la rinuncia a Cellini per Piccinni - è stata gran cosa portare a casa il punto, che tuttavia allunga ulteriormente l'astinenza di vittorie fra le mura amiche.

Gara, comunque, assai povera di palle-gol: due sole, una per parte (Ruopolo, che forse poteva servire Cissè, e Bernacci), per di più nel finale. Questo dato offre già una prima osservazione: tutto sommato, la fase difensiva dell'AlbinoLeffe (ossia la grande imputata, con i suoi quindici gol al passivo) ha retto meglio d'altre volte. Resta la distrazione decisiva sulla realizzazione marchigiana, errore collettivo, però, e non individuale come si potrebbe pensare, in quanto - e Mondonico l'ha affermato in sala stampa - l'azione avversaria è potuta partire non avendo Ruopolo inseguito il suo avversario.

L'impressione è che il tecnico chiederà di più agli attaccanti, particolarmente allo stesso Ruopolo e a Cissè, ieri al debutto dal primo minuto e sorprendentemente tenuto in campo fino alla fine. Il ragazzo, agevolato dal suo fisico possente, ha mezzi non comuni, che gli consentono di giocarsi una serie di carte, dal destro sferrato accentrandosi dalla sua posizione canonica in fascia sinistra all'assist favorito da una visione di gioco promettente. Ma il suo apporto deve farsi sentire pure come primo difensore, quando la squadra non è in possesso palla. Dalla panchina, quando ancora mancava più di un quarto d'ora e l'Ascoli premeva, s'è preferito cambiare Laner, ma non con un difensore bensì con Grossi, il cui ingresso ha evitato d'essere schiacciati nella propria area, laddove manca quel tesoretto di malizia che può premiare chi sceglie di difendersi dentro al bunker. E non fa nulla se dall'altra parte entra pure Lupoli, come terza punta.

Tirando le somme, sette all'AlbinoLeffe per trentacinque minuti (Ascoli a lungo costretto nei suoi territori), cinque per il periodo a cavallo dell'intervallo (calato il ritmo, gol beccato con conseguente disagio smascherato dal fallo di Perico), sei e mezzo fino al termine per l'ordinata resistenza. Come si vede, la media è oltre la sufficienza. In ogni questa squadra col tempo darà di più: ci sono assolutamente tutti i presupposti.

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